lunedì 2 aprile 2012

Arare l'anima

Le tristezze della vita sono come pietre che rotolano lungo l'anima, formando solchi, e poi si piazzano in qualche punto dentro di noi, scavando una nicchia, rubando un po' di spazio alla serenità. Per sempre.
Potrà essere un percorso più o meno lungo, un solco più o meno profondo, ma è inevitabile. A volte sembra che la pietra ci soffochi, altre se ne sta lì, piuttosto quieta, senza dar troppo fastidio. Questo sono i dolori.
Ci vuole tempo per arare l'anima, per lasciare che la pietra trovi posto in noi, e io sono in piena aratura.
Parole, tante "non ti angosciare", "io sono qua se vuoi sfogarti", "sei messa a dura prova da mesi" e braccia che non mi deludono. E qualcuno che forse non capisce a fondo la mia pena, e la mia pietra.

Non si svolta, si va avanti. Ho cucinato con calma un merluzzo arrosto al limone (fresco, meglio dirlo visto che sono la regina dei surgelati!) proprio buono. Tempo, chiedo tempo, per cucinare, per arare, per me, per chi mi sta vicino.
"Non voglio stare così male. Cosa potrei fare?"
"Potresti vedere qualche blog-amica!"
Eccolo il marito propositivo: sa aspettare che l'aratro faccia il suo lavoro, per ricominciare a seminare.
Ho ordinato uno di questi cavallini, il n. 3 ora è mio. Per un regalo battesimo. Adorabile, l'ho impacchettato con un tessuto arancione di organza trasparente, legato come un uovo di Pasqua, visto che Pietro verrà battezzato durante la Veglia, sabato. Lo infilerò in un sacchettino di semplicissima carta da pacco, la stoffa sbruffante che sporge, la carta del sacchetto piena di timbrate orsacchiotti.
http://www.mycountrynest.org/2012/03/cavallini-giocattolo.html
Cose semplici, deliziose.
E l'aratro scorre, piano piano. Dov'è l'anima? Vicino al cuore? Quanta strada deve ancora fare?
Quando ho ricevuto la prima Comunione una bimbetta odiosa criticò le mie scarpette blu.
"Ma tu hai l'anima blu? - mi disse - Devono essere bianche!!!"
"Ma tu hai l'anima nei piedi?"

27 commenti:

Anonimo ha detto...

Più l'aratura è lenta e più il risultato finale sarà migliore...continua ad arare, piano piano, seguendo i tuoi tempi e quando sarà ora, vedrai che frutti...

moca ha detto...

Mi sento un po' un'intrusa nel tuo dolore, e poi le parole generalmente non lo leniscono.
Penso che si possa mettere solo un passo dopo l'altro, lentamente, e piano piano farà meno male.
Ognuno di noi ha dentro e intorno a sè cose buone, che possono aiutare, e io credo che tu ne abbia.
Un abbraccio
Monica

Cristina C. ha detto...

Ti ho scritto una mail.. :)

Clara V ha detto...

La tua descrizione delle tristezze della vita mi ha colpito tanto. Ricordo perfettamente la prima volta che mi è successo, il primo lutto vero. E ho capito che non sarebbe più stato lo stesso. Ci sarebbero state di nuovo risate, è vero. Ma non sarebbe più stato come prima. Fa parte del diventare grandi.
E tu stai diventando tanto grande, troppo in fretta.
Spero che questa tormenta, questo tormento, ti lascino libera presto.

RobbyRoby ha detto...

ciao Ilaria
ti mando un grande abbraccio.
Sono andata a vedere il cavallino molto bello.

ero Lucy ha detto...

Il commento di Clara e' bellissimo, vale per tutti. Ti abbraccio.

giovanna ha detto...

Tu sei una persona che va avanti, non correre, non aver premura, procedi lentamente coi tuoi tempi ed il futuro ti sorridera' perche' te lo meriti!!!!!
Sei in gamba!
Grazie per trovare sempre il tempo di passare sul mio blog e grazie per i commenti deliziosi.
Si mia figlia non e' male ed ora si e' tagliata i capelli, in casa non ne potevamo piu'!!
Ciao un abbraccio Gio'

Sabrina G. ha detto...

Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice… è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola… Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare. Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s’infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenerlo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre… “io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”… e il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto di quel tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro allo specchio, perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete ragazze… Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance. E poi hai scavato, hai parlato… quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore… “perché faccio così?”… Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Hai dentro un istinto che ti trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa… Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di se stessi o per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire se stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli. Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire… “attenti… il cantiere è aperto… stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”. Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per se stessa. E’ la primavera a novembre, quando meno te lo aspetti.

Silvia ha detto...

Un post meraviglioso e profondamente reale. Semplicemente questo, non voglio aggiungere altre parole.
Buona giornata!

Simona ha detto...

Bellissima la storia delle scarpette blu. Riesci sempre ad aggiungere un tocco d'ironia, è la tua forza. Di parole anch'io te ne ho scritte tante. Oggi ti lascio semplicemente un abbraccio. Stretto ♥

Libby ha detto...

Ci sono momenti in cui anche io sento lo stesso peso, gli stessi sassi... altri in cui sento l'aria entrare e il sole. Magari i motivi non sono gli stessi eh, magari i pesi, i ricordi, le speranze deluse sono altre, ma le sensazioni le conosco fin troppo bene.
Vorrei poterti regalare un po' della mia serenità di questi giorni, anche se il grigio all'orizzonte mi attende e lo so, ne sono più che consapevole. Arriverà un'altra tempesta e mi troverà impreparata, ma passerà anche quella, appesa ad un relitto... per arrivare a riva e ricominciare.
Un bacione.

Owl ha detto...

Il blu è un colore bellissimo per l'anima, fa battere il cuore più lentamente mentre l'aratro fa il suo corso.

Anonimo ha detto...

Ti lascio un fiore-pensiero.

Daniela ha detto...

Più che augurarti che l'aratro faccia il suo corso, spero che gli schiacciasassi non facciano troppo il loro, permettendoti di darti tutto il tuo tempo e la tua serenità per tornare a germogliare. Hai messo buoni semi nella tua anima e ne hai regalati un po' in giro. Il tempo li nutrirà.Con affetto.Daniela

leparoleverranno ha detto...

Mi hai fatto venire in mente una frase trascritta in un mio quaderno, più o meno fa così:
"Ara con pianti, anima dolorosa, per mietere con canti di allegrezza".
Se poi ti interessa, ti dico di chi è.
Brava, prendi tempo. Un abbraccio.
Francesca

leparoleverranno ha detto...

Un'altra cosa: io mi sono sposata vestita di blu! :-)

chiara.bc ha detto...

Uffa, ho una mail per te bloccata nella posta in uscita da domenica, non ne vuole sapere di partire.
Ho provato anche a copia-incollarla, ma ancora niente.
Uffa, uffa e riuffa.
Piccole cose, per carità, ma fa rabbia non poter "trasmettere" :-(

frida ha detto...

le tue parole mi hanno colpito molto... ti abbraccio

Zio Scriba ha detto...

"Arare l'anima" è uno dei più bei titoli di post che abbia mai letto...
Mentre le persone che già da bambine giudicano gli altri DALLE SCARPE andrebbero messe a tirarlo, l'aratro, quello vero, al posto dei buoi. I quali, spesso, hanno più cervello, e più anima, di tanti meschini e banali esseri umani.
Ciao carissima!! :D

mmd - mogliemammadonna ha detto...

volevo lasciarti un commento, ma alla fine ho preferito un post: http://mogliemammadonna.blogspot.it/2012/04/incubi-e-tristezza.html

ti abbraccio

Clara ha detto...

Questo post è strazio, bellezza struggente, poesia. Forse è proprio la poesia del dolore. Ti abbraccio, mentre tu con sapienza continui ad arare l'anima.

sara ha detto...

Che pugno allo stomaco il tuo post...Un abbraccio

Miss ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Miss ha detto...

lascio solo il mio abbraccio. concordo con tutto quello che ha scritto Zio Scriba.

leparoleverranno ha detto...

Ciao Ilaria,
la frase è di D'Annunzio.
Allora, ci si vede al Salone del Libro? :-)
Un abbraccio.
Francesca

mely ha detto...

L'aratura è un lavoro lento e minuzioso, fatto con calma e tanta, tantissima pazienza e ci vuole tempo, tempo per imparare ad accettare tutto quello che non avremmo mai voluto
L'anima blu....bellissima.
Un bacione

Marica ha detto...

questo tuo post e' molto intenso, e ti sono vicina con i miei pensieri (anche se ultimamente non scrivo molto).

inevitabilmente ho ripensato a me qualche mese fa... avevo scritto un post simile, almeno nelle "motivazioni", avevo scritto che pensavo di aver rimosso certe foglie morte che si erano accumulate sul mio cuore, ma che poi un soffio di vento le aveva fatte volare di niovo, e io mi ero resa conto che quelle foglie morte erano sempre li' sul mio cuore, a ricordarmi il dolore, a farmi soffrire.

a quel post ho ricevuto un bel commento, una persona mi scrisse che quelle foglie morte erano necessarie, si sarebbero trasformate in humus, sarebbero state fondamentali per la rinascita.
e cosi' e' stato.

lo stesso vale per la tua aratura... servira' per accogliere il seme della rinascita...

un forte forte abbraccio!