Il primo gennaio di ogni anno mio nonno era solito bruciare nella stufa i calendari dell'anno appena concluso.
La stufa era bianca, detta economica, di quelle coi cerchi, dove qualsiasi cibo, cotto per ore, prendeva un gusto davvero speciale. Mio nonno effettuava il rito del rogo dei giorni passati con poco criterio, infatti mia nonna lo temeva, al punto che, negli ultimi giorni di dicembre, era solita ripetere: "oh tra poco ci risiamo coi calendari".
Braci sparse e fuliggine ovunque, eppure quanto simbolismo e ingenua illusione nel gesto di mio nonno.
Mi sono confrontata con Nina su questa fine d'anno tanto agognata da molte del gruppo.
Come se cambiare calendario potesse realmente far cambiare le cose.
Non cambia un cazzo, ops, si sa.
Ma, come non illudersi che il consueto adagio "anno nuovo vita nuova" pervada le vite di chi, all'appossimarsi dell'ultimo brindisi, si è beccato una bella tranvata?
Ridurre in cenere i giorni passati e dimenticarli, oppure conservare solo quel poco salvabile di un anno negativo e comprare un nuovo calendario, come meglio ci aggrada: coi gatti oppure i paesaggi, stretto e lungo oppure piccolino da borsetta. E far scorrere con lo sguardo i giorni a venire, che saranno ben 366, eh sì ci tocca il bisestile, lasciandosi andare a fantasie scatenate, soprattutto credendoci fino in fondo.
Una cosa che non conoscete di me è la mia immensa passione per la musica di Battiato; tra le sue canzoni mi garba citare La Cura. Ebbene per il 2012 vorrei che imparassimo tutti a prenderci cura di noi stessi e di chi veramente ci sostiene nel lungo imperversare dei giorni tempestosi. Chi ci fa da parafulmine, ombrello, impermeabile, chi si stende quotidianamente sul nostro sentiero per evitare che infiliamo i piedi nelle pozzanghere. La trascuratezza dei sentimenti deve scomparire nel 2012, solo questo chiedo.
Questo è, con un po' di anticipo, l'ultimo post del 2011.
Il 31 nel primo pomeriggio (dopo la consueta tappa dal Vipparrucchiere) andremo in Valtellina, dove trascorreremo la notte di S. Silvestro ad un cenone in casa di un amico storico, consolidato, con altri amici.
Mangeremo la Bourguignonne e un sacco di altre cose deliziose. Ci sarà vino greco, giochi da tavola e tanta allegria.
E il primo gennaio saremo ancora noi. Presumibilmente con la testa pesante, poca fame e un sacco di speranze. Che almeno quelle, con gran profusione di banalità insieme alle bollicine, non ce le possono portar via!
Comunque auguri, col cuore!
giovedì 29 dicembre 2011
mercoledì 28 dicembre 2011
Non si può fare a meno di...
...questa fantastica padellina (la mia ovviamente azzurra, anzi turchese) con palettina antiaderente a forma di uovo al tegamino!
Non è un giocattolo e sono certa che farà impazzire anche molti di voi!
martedì 27 dicembre 2011
Parole chiave
Scopiazzando da Robin, ho cercato anch'io nelle statistiche del blog le parole chiave tramite le quali la gente approda a questo blog.
Un paio direi che sono assolutamente sconcertanti.
Ecco la lista:
Un paio direi che sono assolutamente sconcertanti.
Ecco la lista:
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lunedì 26 dicembre 2011
Di queste feste
Per me S. Stefano è una giornata di decompressione, non prendo impegni, declino gli inviti, mi alzo vergognosamente tardi, mi nutro di avanzi, cazzeggio, sistemo un po' casa e lo vivo così come viene.
E da domani si torna alla normalità. Non vogliatemene, ma spengo in anticipo le luci di queste feste.
Complice una penosa organizzazione dell'ufficio e la mia stupida abnegazione, lavorerò sempre, ad eccezione del 2 gennaio.
Natale è stato piacevole, in compagnia; la vigilia più malinconica, a parte il divertente stacco con i Muppet on tv. Sì, è stato bello. Ma non buono. Sono bastate due ore di quel maledetto lunedì, per annullare la gioia festosa dei preparativi.
E anche questo blog tornerà alla normalità. Con la gratitudine immensa per l'affetto enorme che ho ricevuto. Riprenderanno le liste, leggerete i miei racconti, parleremo ancora di libri e di tutto ciò che fin dall'inizio ha caratterizzato questo blog.
Domani è un giorno importantissimo per una mia blog amica molto speciale. Che in realtà blog amica non è più avendo scalato velocemente le posizioni della classifica, per cui ora è amica e basta, e di quelle al top.
Good Vibes a fiocchi come se nevicasse.
E da domani si torna alla normalità. Non vogliatemene, ma spengo in anticipo le luci di queste feste.
Complice una penosa organizzazione dell'ufficio e la mia stupida abnegazione, lavorerò sempre, ad eccezione del 2 gennaio.
Natale è stato piacevole, in compagnia; la vigilia più malinconica, a parte il divertente stacco con i Muppet on tv. Sì, è stato bello. Ma non buono. Sono bastate due ore di quel maledetto lunedì, per annullare la gioia festosa dei preparativi.
E anche questo blog tornerà alla normalità. Con la gratitudine immensa per l'affetto enorme che ho ricevuto. Riprenderanno le liste, leggerete i miei racconti, parleremo ancora di libri e di tutto ciò che fin dall'inizio ha caratterizzato questo blog.
Domani è un giorno importantissimo per una mia blog amica molto speciale. Che in realtà blog amica non è più avendo scalato velocemente le posizioni della classifica, per cui ora è amica e basta, e di quelle al top.
Good Vibes a fiocchi come se nevicasse.
domenica 25 dicembre 2011
E' Natale
Auguri a chi passa di qui!
A chi non aspetta Natale per ricordarsi di avere un cuore, ma lo usa tutto l'anno!
Un abbraccio caloroso dalla vostra Ilaria
A chi non aspetta Natale per ricordarsi di avere un cuore, ma lo usa tutto l'anno!
Un abbraccio caloroso dalla vostra Ilaria
Elaborazione grafica e fotografia by Emanuele Casale
venerdì 23 dicembre 2011
Oggi (In e Out)
Ho visto gente che non si caga tutto l'anno, scambiarsi un regalo.
Ho indossato le mie famose corna da renna, e ho lavorato festeggiando.
Ho anche un po' sbevazzato - aperitivo e spumante - che ci stava tutto direi.
E ho capito che non mi cambierei con nessun'altro.
(Anche se dentro sono morta)
P.S. sono passata da tutti i blog dei nuovi follower, grazie! Trovo sia un gesto fantastico che vi siate aggiunti così tanti in questi giorni bui.
Ho indossato le mie famose corna da renna, e ho lavorato festeggiando.
Ho anche un po' sbevazzato - aperitivo e spumante - che ci stava tutto direi.
E ho capito che non mi cambierei con nessun'altro.
(Anche se dentro sono morta)
P.S. sono passata da tutti i blog dei nuovi follower, grazie! Trovo sia un gesto fantastico che vi siate aggiunti così tanti in questi giorni bui.
mercoledì 21 dicembre 2011
Rialzarsi è
doveroso, un senso di rispetto verso la vita, per la quale ho combattuto tanto, fin da subito.
Forse qualcuno ricorderà o comunque conosce la mia nascita prematura con zero possibilità di sopravvivere a detta dei medici.
Ebbene qualcuno nei commenti ha chiesto: come ci si rialza?
Ci si rialza e basta. Conosco gente che è rimasta paralizzata da un evento doloroso, incapace di muoversi rovinandosi la vita. Provo pietà nel senso più alto del termine, empatia vera, ma non mi posso riconoscere in queste dinamiche.
Molti in questi giorni mi stanno sostenendo, nel web e fuori. E anche molti no. Preferisco non curarmi di questi ultimi. Vorrei citare un collega che ha portato dei cioccolatini e poi dopo avermene offerto uno mi ha detto: "tu puoi aprire il mio cassetto senza chiedermelo e prendere tutti i cioccolatini che vuoi."
E mi viene in mente Enzo Tortora, la sua tragedia mi colpì molto all'epoca, quando tornò a condurre Portobello e disse: "la gente mi ha dato ciò che poteva, qualcuno ha pregato e io questo non lo dimenticherò mai."
Vedete io credo che in queste situazioni la gente che ci circonda da quello che può: un cioccolatino, una preghiera e io non mi aspetto gesti plateali. Sono quella della semplicità, delle piccole cose che messe insieme fanno le grandi. Come questo blog che a furia di chiacchiere da bar è cresciuto a dismisura. E in questi giorni proprio grazie alla mia vicenda si sono affacciati nuovi blog amici che ringrazio.
E' come una cordata. O un coro. Io in questo momento magari non riesco a cantare, ma le vostre voci coprono il mio silenzio.
Ecco vi dico faccio un po' fatica nella quotidianità, perchè sono proprio tanto stanca fisicamente.
Ho un lavoro di responsabilità, ma mi distraggo troppo e questo non mi piace. Dormo male, vorrei potermi fermare ma non posso e preferisco stare da sola.
Ho comprato i panettoncini equosolidali ieri sera, ho una montagna di biancheria da stirare, e vorrei fare ancora qualche card natalizia.
Cerco di trovare un senso, e mi ripeto come disse Benigni che:
LA VITA E' BELLA
Forse qualcuno ricorderà o comunque conosce la mia nascita prematura con zero possibilità di sopravvivere a detta dei medici.
Ebbene qualcuno nei commenti ha chiesto: come ci si rialza?
Ci si rialza e basta. Conosco gente che è rimasta paralizzata da un evento doloroso, incapace di muoversi rovinandosi la vita. Provo pietà nel senso più alto del termine, empatia vera, ma non mi posso riconoscere in queste dinamiche.
Molti in questi giorni mi stanno sostenendo, nel web e fuori. E anche molti no. Preferisco non curarmi di questi ultimi. Vorrei citare un collega che ha portato dei cioccolatini e poi dopo avermene offerto uno mi ha detto: "tu puoi aprire il mio cassetto senza chiedermelo e prendere tutti i cioccolatini che vuoi."
E mi viene in mente Enzo Tortora, la sua tragedia mi colpì molto all'epoca, quando tornò a condurre Portobello e disse: "la gente mi ha dato ciò che poteva, qualcuno ha pregato e io questo non lo dimenticherò mai."
Vedete io credo che in queste situazioni la gente che ci circonda da quello che può: un cioccolatino, una preghiera e io non mi aspetto gesti plateali. Sono quella della semplicità, delle piccole cose che messe insieme fanno le grandi. Come questo blog che a furia di chiacchiere da bar è cresciuto a dismisura. E in questi giorni proprio grazie alla mia vicenda si sono affacciati nuovi blog amici che ringrazio.
E' come una cordata. O un coro. Io in questo momento magari non riesco a cantare, ma le vostre voci coprono il mio silenzio.
Ecco vi dico faccio un po' fatica nella quotidianità, perchè sono proprio tanto stanca fisicamente.
Ho un lavoro di responsabilità, ma mi distraggo troppo e questo non mi piace. Dormo male, vorrei potermi fermare ma non posso e preferisco stare da sola.
Ho comprato i panettoncini equosolidali ieri sera, ho una montagna di biancheria da stirare, e vorrei fare ancora qualche card natalizia.
Cerco di trovare un senso, e mi ripeto come disse Benigni che:
LA VITA E' BELLA
martedì 20 dicembre 2011
The day after the D-Day
Cosa rimane dopo la guerra?
Le macerie nell'anima.
E la ricostruzione per gli uomini di buona volontà.
I post per me, che ho letto, ma non commentato, perchè la mia gratitudine non può essere contenuta in qualche riga.
Voi siete l'onda piena che travolge.
Voi avete raccolto pezzi di me e adesso mi aiutate a ricostruirmi.
Vorrei riuscire ad essere la persona di prima.
Vorrei che non mi fosse successo proprio la settimana di Natale.
Le macerie nell'anima.
E la ricostruzione per gli uomini di buona volontà.
I post per me, che ho letto, ma non commentato, perchè la mia gratitudine non può essere contenuta in qualche riga.
Voi siete l'onda piena che travolge.
Voi avete raccolto pezzi di me e adesso mi aiutate a ricostruirmi.
Vorrei riuscire ad essere la persona di prima.
Vorrei che non mi fosse successo proprio la settimana di Natale.
lunedì 19 dicembre 2011
Le ultime arrivate ...
domenica 18 dicembre 2011
Vigilia in anticipo
Vorrei scrivere qualcosa.
Ma è proprio tempo d'avvento in casa nostra, per cui rifuggo il Natale Commerciale, e non sono minimamente coinvolta. Dapprima pensavo fosse un male non sentire il Natale, ma ora ritengo che possa essere un buon modo di vivere il periodo, considerato che per molti il Natale è solo affollare i centri commerciali e lamentarsi, evitare tutto ciò è fantastico.
Abito vicino ad un centro commerciale di medie dimensioni, all'interno c'è il supermercato Coop ed è il luogo principale per i miei approvvigionamenti. Oggi sono scesa, perchè c'è anche un parrucchiere e volevo farmi una piega dritta e veloce. Ho visto prezzi assurdi, (10 euro per uno specchietto da borsetta sul quale si può far incidere il nome) e gente che compra i presentini in serie. Io credo che si potrebbero fare anche scelte coraggiose a volte. Perchè se uno deve fare 10 regalini a 7 euro cad...be' capite che i soldi vanno via in fretta e spesso si tratta di 10 oggettini anche poco pensati. Perchè la gente non si rivolge agli artigiani, alle blogger creative, o sbircia nei blog alla ricerca di idee geniali, come questa?
http://stecreazioni.blogspot.com/2010/12/ancora-vasetti-ma-non-solo-di-sali.html
Io non sopporto più la scatteria del dono, con la scusa che non ci siano soldi, né tempo.
Allora caspita aboliamoli 'sti regali. Se devono essere conditi con una serie di litanie lagnose, invece che da amore che senso hanno? Io ho comprato (per me) dei tartufini cioccolatosi ottimi, al Garabombo, 3,90 euro una discreta scatola, che potrebbe essere decorata con soggetti natalizi e diventare un simpatico pensiero. Si possono conservare le carte regalo utilizzando la parte non stroppicciata, e divertirsi (magari coi bimbi, invece di piazzarli davanti ad un DVD) a ritagliare i vari pupazzi di neve e Babbi Natale per ricoprire scatole, rendendole nuove. I disegni dei bimbi incorniciati (le cornici "a giorno" nei negozi hobbistici non costano molto) possono essere una bella idea da regalare ai nonni.
Ieri la tata dei mie nipotini li ha accompagnati qua.
All'ingresso ha detto: "ma che bella casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!"
E' vero, è splendida, e ricca di gioia, nonché di un bell'albero con poche decorazioni cinesate (che andranno del tutto a sparire, sostituite da hand made, legno, feltro, ninnoli di una volta).
E adesso vado dai Missionari Capuccini per l'ultimissimo regalo, da spedire alla mia amica Suora a Cortona.
Domani è uno dei giorni più importanti della mia vita. E questo è il real post della vigilia.
Ma è proprio tempo d'avvento in casa nostra, per cui rifuggo il Natale Commerciale, e non sono minimamente coinvolta. Dapprima pensavo fosse un male non sentire il Natale, ma ora ritengo che possa essere un buon modo di vivere il periodo, considerato che per molti il Natale è solo affollare i centri commerciali e lamentarsi, evitare tutto ciò è fantastico.
Abito vicino ad un centro commerciale di medie dimensioni, all'interno c'è il supermercato Coop ed è il luogo principale per i miei approvvigionamenti. Oggi sono scesa, perchè c'è anche un parrucchiere e volevo farmi una piega dritta e veloce. Ho visto prezzi assurdi, (10 euro per uno specchietto da borsetta sul quale si può far incidere il nome) e gente che compra i presentini in serie. Io credo che si potrebbero fare anche scelte coraggiose a volte. Perchè se uno deve fare 10 regalini a 7 euro cad...be' capite che i soldi vanno via in fretta e spesso si tratta di 10 oggettini anche poco pensati. Perchè la gente non si rivolge agli artigiani, alle blogger creative, o sbircia nei blog alla ricerca di idee geniali, come questa?
http://stecreazioni.blogspot.com/2010/12/ancora-vasetti-ma-non-solo-di-sali.html
Io non sopporto più la scatteria del dono, con la scusa che non ci siano soldi, né tempo.
Allora caspita aboliamoli 'sti regali. Se devono essere conditi con una serie di litanie lagnose, invece che da amore che senso hanno? Io ho comprato (per me) dei tartufini cioccolatosi ottimi, al Garabombo, 3,90 euro una discreta scatola, che potrebbe essere decorata con soggetti natalizi e diventare un simpatico pensiero. Si possono conservare le carte regalo utilizzando la parte non stroppicciata, e divertirsi (magari coi bimbi, invece di piazzarli davanti ad un DVD) a ritagliare i vari pupazzi di neve e Babbi Natale per ricoprire scatole, rendendole nuove. I disegni dei bimbi incorniciati (le cornici "a giorno" nei negozi hobbistici non costano molto) possono essere una bella idea da regalare ai nonni.
Ieri la tata dei mie nipotini li ha accompagnati qua.
All'ingresso ha detto: "ma che bella casaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!"
E' vero, è splendida, e ricca di gioia, nonché di un bell'albero con poche decorazioni cinesate (che andranno del tutto a sparire, sostituite da hand made, legno, feltro, ninnoli di una volta).
E adesso vado dai Missionari Capuccini per l'ultimissimo regalo, da spedire alla mia amica Suora a Cortona.
Domani è uno dei giorni più importanti della mia vita. E questo è il real post della vigilia.
giovedì 15 dicembre 2011
Parco Natal - Di cesti e coerenza
Molti per Natale regalano i cesti.
Belli.
Ne ricordo uno ricevuto da mia mamma: solo frutta esotica, particolare, davvero insolito, forse troppo innovativo rispetto ai suoi gusti molto tradizionali. Con un occhio al portafoglio, evitando magari i soliti panettone/spumante/cotechino, evitando pure in centri commerciali, si possono confezionare cesti speciali,
come quelli coi prodotti acquistabili dai Frati Missionari qui a Milano o al già citato Garabombo. Uno non è che si debba svenare. Sono per un Natale parco proprio per evitare di trascorrere al parco, quelli futuri.
(Leggi da homeless!)
Che poi quella della sobrietà è una gran bella strada, a prescindere dalle possibilità economiche; sarà retorica spicciola, ma Gesù è nato in una mangiatoia. E stiamo celebrando la sua venuta al mondo, non la festa dell'opulenza simulata.
Nei cesti mi piacerebbe trovare qualcosa che non è in vendita in nessun luogo:
la coerenza.
Chiariamo, prima di tirarmi addosso 10000 commenti astiosi, cambiare idea è ovvio e spesso pure auspicabile. Chiariamo anche che questo è il mio blog e porto avanti le mie idee che non sono giammai scienza infusa. Detto ciò, io odio le banderuole, quelli velocissimi ad abbandonar la nave se affonda, anche se solo un attimo prima stavano a far bisboccia col capitano. Chi salta sul carro del vincitore, criticatissimo, fino ad un minuto prima. E forse sopporto ancora meno, chi:
prima nemici
dopo amici per la pelle
e nel prima era tutto un parlar dietro al nemico, tediando terze persone (es. la sottoscritta), poi, nel dopo niente. Nel senso se prima mi hai ammorbato con critiche, e in seguito hai cambiato idea, padronissimo, ma magari dammi una spiegazione. Foss'anche solo perchè in passato, ti ho prestato orecchie (e cuore perchè nel mio caso son sempre collegati) consolandoti addirittura talvolta.
E le amiche che hanno con me un rapporto intermittente tipo luminarie natalizie:
ti considero-non ti considero-ti considero-non ti considero, seguendo schemi mentali a me oscuri e presumo deliranti. No problem, io sono coerente quindi decido per te: non ti considero.
Nel cesto non possono mancare i frollini, ma questa è un'altra storia, anzi un romanzo!
Belli.
Ne ricordo uno ricevuto da mia mamma: solo frutta esotica, particolare, davvero insolito, forse troppo innovativo rispetto ai suoi gusti molto tradizionali. Con un occhio al portafoglio, evitando magari i soliti panettone/spumante/cotechino, evitando pure in centri commerciali, si possono confezionare cesti speciali,
come quelli coi prodotti acquistabili dai Frati Missionari qui a Milano o al già citato Garabombo. Uno non è che si debba svenare. Sono per un Natale parco proprio per evitare di trascorrere al parco, quelli futuri.
(Leggi da homeless!)
Che poi quella della sobrietà è una gran bella strada, a prescindere dalle possibilità economiche; sarà retorica spicciola, ma Gesù è nato in una mangiatoia. E stiamo celebrando la sua venuta al mondo, non la festa dell'opulenza simulata.
Nei cesti mi piacerebbe trovare qualcosa che non è in vendita in nessun luogo:
la coerenza.
Chiariamo, prima di tirarmi addosso 10000 commenti astiosi, cambiare idea è ovvio e spesso pure auspicabile. Chiariamo anche che questo è il mio blog e porto avanti le mie idee che non sono giammai scienza infusa. Detto ciò, io odio le banderuole, quelli velocissimi ad abbandonar la nave se affonda, anche se solo un attimo prima stavano a far bisboccia col capitano. Chi salta sul carro del vincitore, criticatissimo, fino ad un minuto prima. E forse sopporto ancora meno, chi:
prima nemici
dopo amici per la pelle
e nel prima era tutto un parlar dietro al nemico, tediando terze persone (es. la sottoscritta), poi, nel dopo niente. Nel senso se prima mi hai ammorbato con critiche, e in seguito hai cambiato idea, padronissimo, ma magari dammi una spiegazione. Foss'anche solo perchè in passato, ti ho prestato orecchie (e cuore perchè nel mio caso son sempre collegati) consolandoti addirittura talvolta.
E le amiche che hanno con me un rapporto intermittente tipo luminarie natalizie:
ti considero-non ti considero-ti considero-non ti considero, seguendo schemi mentali a me oscuri e presumo deliranti. No problem, io sono coerente quindi decido per te: non ti considero.
Nel cesto non possono mancare i frollini, ma questa è un'altra storia, anzi un romanzo!
mercoledì 14 dicembre 2011
Il libro che metterei sotto l'albero di tutti
...Non era difficile vedermi vagare per le stradine di Dueville, spingendomi fino ai confini del fitto bosco, con un libro tra le mani, mente mi lasciavo coinvolgere da storie misteriose di fantasmi. Le nebbie autunnali mi avvolgevano mentre camminavo fantasticando su improbabili tombe scoperchiate, su tetre avventure dove io non ero l’eroina impaurita in attesa di un principe che la salvasse, bensì una strega o un eroe impavido e nerovestito.
Il giorno in cui arrivai fino all’ultima casa, al limite della brughiera, avevo appena terminato di leggere “Il buio oltre la siepe” e la catapecchia che si frappose fra me e il nulla alle spalle mi apparve del tutto simile all’abitazione di Boo Radley ...
(to be continued)
Il buio oltre la siepe di Harper Lee -
è il libro che vi consiglio per le vacanze di Natale.
Da (ri)leggere, ma, soprattutto da regalare.
Un romanzo di un'attualità sconcertante, dopo i fatti di Firenze di ieri. Di una bellezza da togliere il fiato, vibrante di poesia e davvero sta sera (programmo il post per domattina) non trovo le parole perchè è un capolavoro assoluto e continuo a trovare intolleranza ovunque, il che mi blocca i pensieri. Che poi il diverso vada tollerato è già piuttosto indecente di per sè.
PS. Mio lo stralcio iniziale, un racconto pubblicato anni fa in antologia, che arrivò secondo ad un concorso.
PS 2 Uh Signur mi accorgo ora che avete commentato in tantissimi quelle 4 righe buttate giù in ufficio, ovvero il post precedente. Ma come sono fortunata ad avervi!! Grazie!!!!
martedì 13 dicembre 2011
Giorni Sospesi
Ringrazio chi si preoccupa per il mio insolito silenzio.
Ringrazio chi mi manda una mail quando riceve i frollini natalizi, una mia card, o comunque qualcosa da me.
Ho perso il filo delle mie scorribande postali, per cui se mi avvisate è meglio, ma non siete obbligate.
Son giorni strani e sospesi. Anche se il cantiere è stato rimosso forse non l'ho smantellato del tutto dentro di me, e non parlo (solo) dei serramenti. Ci sono feste e inviti che spesso declino, per diversi motivi e faccio tanta fatica a star dietro alle cose, nonostante abbia già comprato tutti i regali di Natale e ne sia anche parecchio soddisfatta.
Ieri si è scatenato un putiferio epocale in un blog amico; mi ha molto turbata (non scendo in dettagli) e anche questo è causa del mio allontanamento.
Vorrei pubblicare dei post che sento, non limitarmi a copiaincollare foto prese dal web di magici Natali lontani (Usa e Nord Europa in primis).
O scrivere sbrodolate melense sul Natale.
Vorrei essere Ilaria, ma in questi giorni sono solo Sandra.
Ringrazio chi mi manda una mail quando riceve i frollini natalizi, una mia card, o comunque qualcosa da me.
Ho perso il filo delle mie scorribande postali, per cui se mi avvisate è meglio, ma non siete obbligate.
Son giorni strani e sospesi. Anche se il cantiere è stato rimosso forse non l'ho smantellato del tutto dentro di me, e non parlo (solo) dei serramenti. Ci sono feste e inviti che spesso declino, per diversi motivi e faccio tanta fatica a star dietro alle cose, nonostante abbia già comprato tutti i regali di Natale e ne sia anche parecchio soddisfatta.
Ieri si è scatenato un putiferio epocale in un blog amico; mi ha molto turbata (non scendo in dettagli) e anche questo è causa del mio allontanamento.
Vorrei pubblicare dei post che sento, non limitarmi a copiaincollare foto prese dal web di magici Natali lontani (Usa e Nord Europa in primis).
O scrivere sbrodolate melense sul Natale.
Vorrei essere Ilaria, ma in questi giorni sono solo Sandra.
domenica 11 dicembre 2011
I tormenti dei serramenti
Prima: alluminio - foto in alto a sinistra la camera matrimoniale
Durante: il terremoto - foto in alto a destra il soggiorno
Durante: la sostituzione dei rulli - foto in basso a sinistra il soggiorno
Dopo: i lavori finalmente al termine, legno all'interno, alluminio all'esterno, doppi vetri, argon, zanzariere, tapparelle tutto.
Abbiamo potuto fare anche l'albero in soggiorno - foto in basso a destra
(I serramenti sono stati rifatti in tutto l'appartamento! Nessuna colf a pulire, solo noi, con tanto olio di gomito, da sempre il prodotto più efficace!)
sabato 10 dicembre 2011
La vita che posso (Natale in fucsia)
Il salone di bellezza di Cecilia è gremito: è l'antivigilia di Natale nonchè il suo compleanno. Il ventesimo.
Io la adoro, siedo alla cassa, rilascio scontrini e sorrisi, l'Iva è al 25% ma almeno è ferma da un po'.
Le do una mano volentieri, ha aperto da pochi mesi mentre io, da qualche anno, ho molto tempo libero. L'idea di lavorare fino a 67 anni, come previsto da un sistema pensionistico alla sfascio, avendo iniziato a 19 mi atterriva e sembrava un'esagerazione. Io e mio marito abbiamo abbassato un po' il tenore di vita, economicamente, ma abbiamo acquistato molto con questa mia libertà che, tutto sommato, era anche logica se fossi andata in pensione come previsto inizialmente, a 54 anni. Posso occuparmi meglio di mia madre, longeva come tutti nella sua famiglia, e dei miei libri. Quando mi dividevo tra adempimenti fiscali e un buon successo con la narrativa per ragazzi ero sempre in bilico sul filo di giornata degne di equilibrismo. Ferie prese per parlare di un mio testo in una scuola, e un sacco di soldi che venivano "buttati" in gastronomia, perchè il tempo per cucinare non c'era mai. E poi ci sono tantissimi svaghi gratuiti come passeggiare, godere la vista di un tramonto, o un buon film a casa, nella nostra splendida casa che abbiamo migliorato con lavori successivi (ah ricordo il 2011 col delirio finestre proprio nel periodo dell'avvento!) che abbiamo sentito nostra fin dal primo momento in cui l'abbiamo vista. Oh, ma come al solito sto divagando. Cecilia ha dimostrato fin da piccola di somigliarmi moltissimo, era stupenda quando mi diceva: "zia abbiamo i capelli uguali". Appassionata di capelli eccola lì, e di borsette, tale e quale alla zia, girava addirittura per casa tenendo in spalla una borsettina fucsia. Fuzia diceva allora. Ha mantenuto queste passioni, il negozio è tutto fuzia e molto femminile. Mi somigliava persino fisicamente, bastava confrontare una mia foto quando avevo 3 anni, identiche, a parte gli occhi, lei verdi, io blu. E poi per fortuna lei è sempre stata alta, e nel tempo, le somiglianze sono un po' scemate, lei è diventata molto più bella, uno splendore, piena di corteggiatori, mentre figuratevi a 20 anni non mi si filava nessuno. Forse deludendo un po' il padre ha scelto l'accademia per parrucchieri, ed ora è una hair sylist eccezionale, va spesso all'estero: Parigi, Londra, New York e se capita io la seguo.
Eppure quanto è stato difficile amarla dapprima, quando mi è stata annunciato il suo arrivo ed io ero in cerca senza portare mai a casa il risultato. E quanto ho dovuto scontare questo inizio molto tiepido in termini di sensi di colpa, quando l'amore per lei era talmente immenso che mi pareva di non poterlo contenere in un abbraccio pieno di baci e carezzine che lei mi faceva senza limitarsi mai.
E alla fine figli non ne abbiamo avuti, e ho imparato che l'accettazione è una gran cosa ma anche essere zia.
E oggi il salone è addobbato, palloncini fuzia ovunque e anche qualche Babbo Natale. Cecilia ha preparato delle borsettina (indovinate di che colore?) per tutte le clienti, le consegno all'uscita e mi guardo di straforo in uno dei tanti specchi. 60 anni, dai ma ben portati. Per lo meno ora i capelli sono sempre in ordine, grazie a Cecilia naturalmente.
Che dire? Tra due giorni è Natale, verranno tutti da noi: alla fine hanno capito che come cuoca non faccio poi tanto pena. E poi per capodanno ci si trova tutti a Firenze. Tutti anzi tutte significa le blog amiche della spiaggia di Nina, tutte madri splendide di figli ormai adolescenti. I nostri mariti, dapprima forse scettici, adesso sono i primi a voler partire, incontrarsi, divertirsi.
In fondo la vita che posso fare è piuttosto simile a quella che avrei voluto. Scrivo molto, pubblico con regolarità, anche se il mio nome non è noto ad un pubblico vastissimo, (mica come Clara famosissima!). Allungo una mano e afferro una fettina di pandoro (l'ho sempre preferita al panettone nonostante mi senta molto milanese) avvolta in un tovagliolo fuzia. Buonissimo.
E il colesterolo? Amen, dai è Natale.
Forse io questa cosa di non essere genitore l'ho accettata meglio di mio marito, ma credo sia solo perchè io ho un blog!
Buon compleanno Cicia, 100 di questi giorni! La tua zia!
(Il fantasma dei natali futuri by Ilaria)
Io la adoro, siedo alla cassa, rilascio scontrini e sorrisi, l'Iva è al 25% ma almeno è ferma da un po'.
Le do una mano volentieri, ha aperto da pochi mesi mentre io, da qualche anno, ho molto tempo libero. L'idea di lavorare fino a 67 anni, come previsto da un sistema pensionistico alla sfascio, avendo iniziato a 19 mi atterriva e sembrava un'esagerazione. Io e mio marito abbiamo abbassato un po' il tenore di vita, economicamente, ma abbiamo acquistato molto con questa mia libertà che, tutto sommato, era anche logica se fossi andata in pensione come previsto inizialmente, a 54 anni. Posso occuparmi meglio di mia madre, longeva come tutti nella sua famiglia, e dei miei libri. Quando mi dividevo tra adempimenti fiscali e un buon successo con la narrativa per ragazzi ero sempre in bilico sul filo di giornata degne di equilibrismo. Ferie prese per parlare di un mio testo in una scuola, e un sacco di soldi che venivano "buttati" in gastronomia, perchè il tempo per cucinare non c'era mai. E poi ci sono tantissimi svaghi gratuiti come passeggiare, godere la vista di un tramonto, o un buon film a casa, nella nostra splendida casa che abbiamo migliorato con lavori successivi (ah ricordo il 2011 col delirio finestre proprio nel periodo dell'avvento!) che abbiamo sentito nostra fin dal primo momento in cui l'abbiamo vista. Oh, ma come al solito sto divagando. Cecilia ha dimostrato fin da piccola di somigliarmi moltissimo, era stupenda quando mi diceva: "zia abbiamo i capelli uguali". Appassionata di capelli eccola lì, e di borsette, tale e quale alla zia, girava addirittura per casa tenendo in spalla una borsettina fucsia. Fuzia diceva allora. Ha mantenuto queste passioni, il negozio è tutto fuzia e molto femminile. Mi somigliava persino fisicamente, bastava confrontare una mia foto quando avevo 3 anni, identiche, a parte gli occhi, lei verdi, io blu. E poi per fortuna lei è sempre stata alta, e nel tempo, le somiglianze sono un po' scemate, lei è diventata molto più bella, uno splendore, piena di corteggiatori, mentre figuratevi a 20 anni non mi si filava nessuno. Forse deludendo un po' il padre ha scelto l'accademia per parrucchieri, ed ora è una hair sylist eccezionale, va spesso all'estero: Parigi, Londra, New York e se capita io la seguo.
Eppure quanto è stato difficile amarla dapprima, quando mi è stata annunciato il suo arrivo ed io ero in cerca senza portare mai a casa il risultato. E quanto ho dovuto scontare questo inizio molto tiepido in termini di sensi di colpa, quando l'amore per lei era talmente immenso che mi pareva di non poterlo contenere in un abbraccio pieno di baci e carezzine che lei mi faceva senza limitarsi mai.
E alla fine figli non ne abbiamo avuti, e ho imparato che l'accettazione è una gran cosa ma anche essere zia.
E oggi il salone è addobbato, palloncini fuzia ovunque e anche qualche Babbo Natale. Cecilia ha preparato delle borsettina (indovinate di che colore?) per tutte le clienti, le consegno all'uscita e mi guardo di straforo in uno dei tanti specchi. 60 anni, dai ma ben portati. Per lo meno ora i capelli sono sempre in ordine, grazie a Cecilia naturalmente.
Che dire? Tra due giorni è Natale, verranno tutti da noi: alla fine hanno capito che come cuoca non faccio poi tanto pena. E poi per capodanno ci si trova tutti a Firenze. Tutti anzi tutte significa le blog amiche della spiaggia di Nina, tutte madri splendide di figli ormai adolescenti. I nostri mariti, dapprima forse scettici, adesso sono i primi a voler partire, incontrarsi, divertirsi.
In fondo la vita che posso fare è piuttosto simile a quella che avrei voluto. Scrivo molto, pubblico con regolarità, anche se il mio nome non è noto ad un pubblico vastissimo, (mica come Clara famosissima!). Allungo una mano e afferro una fettina di pandoro (l'ho sempre preferita al panettone nonostante mi senta molto milanese) avvolta in un tovagliolo fuzia. Buonissimo.
E il colesterolo? Amen, dai è Natale.
Forse io questa cosa di non essere genitore l'ho accettata meglio di mio marito, ma credo sia solo perchè io ho un blog!
Buon compleanno Cicia, 100 di questi giorni! La tua zia!
(Il fantasma dei natali futuri by Ilaria)
giovedì 8 dicembre 2011
Natale a turni
Perché ogni pranzo festeggiante che si rispetti termina sempre con un brindisi, ma per giungere alla fine del pranzo (o della cena) quanta fatica! Sono tra quelli, e sono molti, che hanno optato per la comoda soluzione di trascorrere il Natale un anno coi genitori miei e l'altro con quelli del marito. Più facile per chi festeggia con il cenone del 24 e il pranzo del 25, da noi non si usa per cui il pranzo è uno e uno solo!
Sono al quinto Natale da sposata, ecco come sono andati i Natali precedenti:
- 2007 dai suoceri (bisognava pur cominciare da qualcuno)
- 2008 da suocera, purtroppo nel frattempo è morto mio suocero per cui al primo Natale da vedova era triste lasciarla sola con il figlio non sposato (giustissimo non sto dicendo nulla!)
- 2009 dai miei
- 2010 toccava mia suocera ma ha deciso di andarsene in viaggio, per cui dai miei con mio cognato che altrimenti sarebbe stato solo
- 2011 ?? Se il turno è stato sfalzato, non per malattia, bensì per diletto del turnista, l'anno seguente che si fa?
Si recupera il turno, o si continua come se niente fosse, rispettando il fatto che il 2011 tocca ai miei?
L'opzione tutti da Ilaria (proposta lo scorso anno) che ha la sala più grande, quest'anno non la prendo in considerazione, visto che mi sono sentita dire "e per il mangiare come facciamo?" Come se da me vigesse il digiuno perenne o l'Happy Meal di McDonald. Magari l'anno prossimo, ma quest'anno stravolta come sono non mi pare il caso, per sentire certe affermazioni riguardo la mia cucina.
(Poi i miei ospiti di solito leccano anche i coperchi, non solo le pentole, ma amen)
E voi come siete messi coi turni?
(Chissà perché ho l'impressione che questo post sarà commentatissimo!)
(Il fantasma del natale presente by Ilaria)
Stay tuned la trilogia Dickensiana reinterpretata da me ovviamente continua col Natale futuro
Nata sotto il segno della renna
Ho trascorso il periodo natalizio da cornuta.
A capodanno il trionfo. Fra tacchi alti e corna la mia statura è aumentata di oltre 15 cm. accorciando la distanza con l’orso marito. Ho attraversato la hall dell’hotel baldanzosa, il passo da renna mi è sempre riuscito bene, e vedendomi il receptionist ha esclamato “bellina!” Con quel tipico accento toscano che li rende tanto simpatici. Ho ballato con entusiasmo sulle note di canzoni sceme tra cui l’immancabile “sciolgo le trecce ai cavalli”. Qualcuno indicandomi, ha detto alla moglie “l’anno prossimo avrai anche tu un bel paio di corna!”
Sembravano felici insieme. Ma si sa che quando una renna sposa un orso, nessun’altra coppia può competere.
(Il fantasma dei natali passati by Ilaria)
mercoledì 7 dicembre 2011
Sant Ambrogio con Silvia pic nic
Non so cosa penserete di me, mi vergogno quasi a dirvi che, nel bel mezzo delle attuali giornate deliranti (ho l'impresa a casa per il rifacimento di tutti i serramenti, tapparelle, zanzariere, rulli) sono riuscita ad infilarci in blog incontro...
I lavori sono cominciati lunedì, ma oggi noi milanesi festeggiamo Sant Ambrogio, quindi i lavori sono fermi. Quel che potevo pulire ho pulito (non molto considerando che venerdi sporcheranno ancora tanto) giusto per rendere la casa praticabile per cui oggi me ne sono bellamente uscita per incontrarmi con Silvia, detta tra me e me Silvia pic nic, dal nome del suo blog, per non confonderla con Silvia di a casa di Silvia, casualmente blog conosciute negli stessi giorni.
Non avevo la più pallida idea di come fosse fisicamente, perchè non ha mai postato foto di sè, ma l'ho riconosciuta subitissimo perchè aveva un sacchettino della pasticceria Ladurée (per me!!!!) e so che lei la ama molto. Di Silvia mi ero entusiasmata quando, mesi fa, raccontò la mia Milano, parlandone bene quando è sempre molto più facile e frequente che ne parlino malissimo! Da allora siamo diventate amiche, con la voglia di scoprirci oltre il blog, di capirci, di confrontarci e Silvia ha avuto delle attenzioni verso di me davvero apprezzabili. Finalmente oggi l'incontro, giustamente in zona Sant Ambrogio, e oggi vi garantisco che Milano ha dato il meglio di sè per festeggire il suo patrono! Cielo blu, che sfuma in un crepuscolo illuminato dalle luminarie natalizie e da mille vetrine dove la crisi non approda. Thé, pasticcini e chiacchiere, come si fa tra vecchie amiche. E poi passeggio bello, mi ha persino fatto scoprire una strada da Sant Ambrogio al Duomo, lei che ormai ha lasciato Milano da anni, per vivere a Sanremo! Ciò che mi rimarrà dentro di questo incontro è la spontaneità assoluta: lei era lei, io ero io e basta. E stavamo bene.
Poi sono tornata nel mio appartamento, dove imperversa il terremoto da 3 giorni, epicentro la cucina e ho potuto constatare che nessuna fatina buona era venuta a sistemare ogni cosa in mia assenza.
Un frollino goloso di Ladurée mi conforterà di certo...corro subito a sgranocchiarlo!
I lavori sono cominciati lunedì, ma oggi noi milanesi festeggiamo Sant Ambrogio, quindi i lavori sono fermi. Quel che potevo pulire ho pulito (non molto considerando che venerdi sporcheranno ancora tanto) giusto per rendere la casa praticabile per cui oggi me ne sono bellamente uscita per incontrarmi con Silvia, detta tra me e me Silvia pic nic, dal nome del suo blog, per non confonderla con Silvia di a casa di Silvia, casualmente blog conosciute negli stessi giorni.
Non avevo la più pallida idea di come fosse fisicamente, perchè non ha mai postato foto di sè, ma l'ho riconosciuta subitissimo perchè aveva un sacchettino della pasticceria Ladurée (per me!!!!) e so che lei la ama molto. Di Silvia mi ero entusiasmata quando, mesi fa, raccontò la mia Milano, parlandone bene quando è sempre molto più facile e frequente che ne parlino malissimo! Da allora siamo diventate amiche, con la voglia di scoprirci oltre il blog, di capirci, di confrontarci e Silvia ha avuto delle attenzioni verso di me davvero apprezzabili. Finalmente oggi l'incontro, giustamente in zona Sant Ambrogio, e oggi vi garantisco che Milano ha dato il meglio di sè per festeggire il suo patrono! Cielo blu, che sfuma in un crepuscolo illuminato dalle luminarie natalizie e da mille vetrine dove la crisi non approda. Thé, pasticcini e chiacchiere, come si fa tra vecchie amiche. E poi passeggio bello, mi ha persino fatto scoprire una strada da Sant Ambrogio al Duomo, lei che ormai ha lasciato Milano da anni, per vivere a Sanremo! Ciò che mi rimarrà dentro di questo incontro è la spontaneità assoluta: lei era lei, io ero io e basta. E stavamo bene.
Poi sono tornata nel mio appartamento, dove imperversa il terremoto da 3 giorni, epicentro la cucina e ho potuto constatare che nessuna fatina buona era venuta a sistemare ogni cosa in mia assenza.
Un frollino goloso di Ladurée mi conforterà di certo...corro subito a sgranocchiarlo!
martedì 6 dicembre 2011
La scrittura nelle ossa
Un motivo apparentemente secondario per cui sono felicissima di aver pubblicato Frollini a colazione è poter guardare dall'interno il fantastico mondo dell'editoria, che è ben diverso da come appare se osservato dall'esterno.
Nell'immaginario collettivo funziona così:
l'autore scrive il libro, l'editore lo pubblica e, dedotte le spese di stampa, promozione e altro, si dividono gli incassi, anzi no c'è anche il libraio giustamente, a spartirsi la torta.
Nella realtà invece tra editore e libreria c'è la fantomatica figura del distributore, per cui è un altro anello di una filiera che si fa sempre più lunga e tortuosa. Chi meriterebbe la fette più grossa, (converrete con me che l'autore è il vero proprietario del libro?) prende solo le briciole soprattutto se esordiente. Tutti tendono a darsi la colpa l'un l'altro e il sistema è assolutamente malato e fuori da ogni schema di meritocrazia (parola tanto di moda!).
Io la scrittura ce l'ho nelle ossa, io scrivo spinta da un impulso emotivo importante, e siccome di gente che scrive ce n'è tanta, vi dico che esco semplicemente dal coro di questi scribacchini che intasano le caselle di posta degli editori, perchè ho una consapevolezza di ciò che so fare estremamente onesta.
Facile dire "io scrivo", ma voi non avete idea di quanto miei pezzi siano finiti nel cestino. Io sono rigida e assai critica col mio operato. Io che ai corsi, con insegnanti di spessore e ottimo livello, mi sono sempre distinta, io che non faccio come la volpe e l'uva, ma cerco di non piegarmi a politiche idiote. Io che ho l'umiltà di chiedere, se non so cosa fare.
Perchè scrivo queste cose proprio ora? Semplice, perchè in questi giorni le grosse librerie sono affollate, la strenna natalizia è sempre una bella idea, da mettere sotto l'albero, e mi chiedo cosa comprerà la gente.
(Il libro di Ibra, okkei chiudiamo qua questo post!). Ma soprattutto voglio dire non vi fanno orrore le grandi librerie figlie delle globalizzazione nel suo più bieco significato? A me sì, e pure tanto.
Ma ciò che mi fa rabbia è che gente come mia madre, donna di cervello, si rivolga a questa grande distribuzione perchè c'è tutto!
No, non c'è tutto, c'è tutto ciò che qualcuno han deciso di farti trovare. E comprare. Ci sono le torri di Pisa dei libri dei soliti noti, nelle quali inciampi ogni volta. Ci sono le gigantografie di personaggi che scrittori non sono: veline, presunti assassini, cuochi.
Qualche giorno fa una piccola libreria di un quartiere attiguo al mio ha ceduto l'attività. Prima si occupavano prevalentemente di letteratura religiosa, aveva un suo target preciso e io l'ammiravo. Ogni anno tenevano un concorso per racconti, ho partecipato più volte ed è stato bello. I proprietari in effetti erano anziani. Ebbene ho letto l'articolo sul Corriere dai miei, Biondillo ha inaugurato la nuova gestione.
Ora di Biondillo magari parlo un'altra volta: l'ho conosciuto di persona e lo ritengo un grande, perchè uno che dal quartiere più malfamato della città riesce a pubblicare con Guanda (editore che adoro per il catalogo) per me merita rispetto. E i suoi libri sono belli. E lui non se la tira per niente, abbiamo chiacchierato al Festival dell'Unità, io ero appena stata a fare la proposta per la casa e stavo tutta agitata.
Ebbene mia mamma dice "chi vuoi che vada in questa libreria?" Io ci vado. Anche se a 1 km c'è un centro commerciale con una delle solite librerie di etichetta.
Perchè forse in una piccola libreria trovo qualcosa di diverso dai titoli in classifica, forse in una piccola libreria io posso scegliere aiutata da un venditore competente, mentre nelle globalizzate qualcuno ha già scelto per me.
Nell'immaginario collettivo funziona così:
l'autore scrive il libro, l'editore lo pubblica e, dedotte le spese di stampa, promozione e altro, si dividono gli incassi, anzi no c'è anche il libraio giustamente, a spartirsi la torta.
Nella realtà invece tra editore e libreria c'è la fantomatica figura del distributore, per cui è un altro anello di una filiera che si fa sempre più lunga e tortuosa. Chi meriterebbe la fette più grossa, (converrete con me che l'autore è il vero proprietario del libro?) prende solo le briciole soprattutto se esordiente. Tutti tendono a darsi la colpa l'un l'altro e il sistema è assolutamente malato e fuori da ogni schema di meritocrazia (parola tanto di moda!).
Io la scrittura ce l'ho nelle ossa, io scrivo spinta da un impulso emotivo importante, e siccome di gente che scrive ce n'è tanta, vi dico che esco semplicemente dal coro di questi scribacchini che intasano le caselle di posta degli editori, perchè ho una consapevolezza di ciò che so fare estremamente onesta.
Facile dire "io scrivo", ma voi non avete idea di quanto miei pezzi siano finiti nel cestino. Io sono rigida e assai critica col mio operato. Io che ai corsi, con insegnanti di spessore e ottimo livello, mi sono sempre distinta, io che non faccio come la volpe e l'uva, ma cerco di non piegarmi a politiche idiote. Io che ho l'umiltà di chiedere, se non so cosa fare.
Perchè scrivo queste cose proprio ora? Semplice, perchè in questi giorni le grosse librerie sono affollate, la strenna natalizia è sempre una bella idea, da mettere sotto l'albero, e mi chiedo cosa comprerà la gente.
(Il libro di Ibra, okkei chiudiamo qua questo post!). Ma soprattutto voglio dire non vi fanno orrore le grandi librerie figlie delle globalizzazione nel suo più bieco significato? A me sì, e pure tanto.
Ma ciò che mi fa rabbia è che gente come mia madre, donna di cervello, si rivolga a questa grande distribuzione perchè c'è tutto!
No, non c'è tutto, c'è tutto ciò che qualcuno han deciso di farti trovare. E comprare. Ci sono le torri di Pisa dei libri dei soliti noti, nelle quali inciampi ogni volta. Ci sono le gigantografie di personaggi che scrittori non sono: veline, presunti assassini, cuochi.
Qualche giorno fa una piccola libreria di un quartiere attiguo al mio ha ceduto l'attività. Prima si occupavano prevalentemente di letteratura religiosa, aveva un suo target preciso e io l'ammiravo. Ogni anno tenevano un concorso per racconti, ho partecipato più volte ed è stato bello. I proprietari in effetti erano anziani. Ebbene ho letto l'articolo sul Corriere dai miei, Biondillo ha inaugurato la nuova gestione.
Ora di Biondillo magari parlo un'altra volta: l'ho conosciuto di persona e lo ritengo un grande, perchè uno che dal quartiere più malfamato della città riesce a pubblicare con Guanda (editore che adoro per il catalogo) per me merita rispetto. E i suoi libri sono belli. E lui non se la tira per niente, abbiamo chiacchierato al Festival dell'Unità, io ero appena stata a fare la proposta per la casa e stavo tutta agitata.
Ebbene mia mamma dice "chi vuoi che vada in questa libreria?" Io ci vado. Anche se a 1 km c'è un centro commerciale con una delle solite librerie di etichetta.
Perchè forse in una piccola libreria trovo qualcosa di diverso dai titoli in classifica, forse in una piccola libreria io posso scegliere aiutata da un venditore competente, mentre nelle globalizzate qualcuno ha già scelto per me.
lunedì 5 dicembre 2011
Regole di vita
Oggi in ufficio ho espresso un concetto riferendomi ad una mia registrazione fiscale.
Poi mi sono resa conto che il ragionamento è applicabile anche alla vita in generale, ed è, per me, piuttosto fondamentale.
Eccolo:
"chi contesta un mio lavoro deve anche sapermi dire come l'avrebbe fatto, altrimenti la sua critica cade nel vuoto e io non la considero proprio!"
Che ne dite?
PS. alla fine era corretta la mia registrazione!
Poi mi sono resa conto che il ragionamento è applicabile anche alla vita in generale, ed è, per me, piuttosto fondamentale.
Eccolo:
"chi contesta un mio lavoro deve anche sapermi dire come l'avrebbe fatto, altrimenti la sua critica cade nel vuoto e io non la considero proprio!"
Che ne dite?
PS. alla fine era corretta la mia registrazione!
domenica 4 dicembre 2011
Christmas Time
Non lasciatevi ingannare dalla borsa, viene consegnata all'ingresso di questo fantastico negozio, ma io l'ho riempita col mio piumino, poi alla fine ho comprato solo due palline perchè i prezzi sono piuttosto alti.
Ma l'allestimento, ogni anno diverso, merita sempre una visita.
(Nel mio caso post brunch sui navigli). In casa comunque ho diversi articoli natalizi comprati negli anni al Christmas Village, così si chiama questo eccezionale negozio, dove, nelle ore di punta, nei giorni a ridosso del 25 si fa la fila per entrare.
Eh sì a Milano il Christmas Time sa essere davvero meraviglioso!
Qui il link
http://ecliss.it/thats-christmas/collezioni/
poi sulla sinistra cliccate le varie opzioni per scovare decorazioni, luci, abbellimenti per la tavola e teneri orsacchiotti per un natale magico!
Ma l'allestimento, ogni anno diverso, merita sempre una visita.
(Nel mio caso post brunch sui navigli). In casa comunque ho diversi articoli natalizi comprati negli anni al Christmas Village, così si chiama questo eccezionale negozio, dove, nelle ore di punta, nei giorni a ridosso del 25 si fa la fila per entrare.
Eh sì a Milano il Christmas Time sa essere davvero meraviglioso!
Qui il link
http://ecliss.it/thats-christmas/collezioni/
poi sulla sinistra cliccate le varie opzioni per scovare decorazioni, luci, abbellimenti per la tavola e teneri orsacchiotti per un natale magico!
Nel total white
sabato 3 dicembre 2011
E voi quando fate un bel bambino?
Chi si è sentito rivolgere con insistenza domande simili sa bene di cosa stia parlando. Ila mi ha chiesto una lista di risposte, che compilo assai volentieri. Premetto che l'opzione di dire la verità possa essere presa in considerazione solo nel caso in cui ci si trovi davanti una persona intelligente e sensibile, altrimenti il rischio di venir risucchiati in una conversazione assurda e deprimente, con domande ancor più cretine di quella che ha scatenato il delirio, è altissimo.
- lo abbiamo ordinato su E-Bay, ora chiamo DHL per vedere quando lo consegnano
- lo abbiamo preso all'Ikea, ma non siamo riusciti a montarlo correttamente, ora cammina sulle mani ed è stato scritturato dal circo Togni
- ma noi abbiamo già un bambino! Maledetta Tim, si vede che il sms che annunciava la sua nascita non ti è arrivato
- non ci piace trombare
- notti insonni, pappa e pupù? No grazie
- abbiamo paura che ci venga fuori brutto
- è programmato per il 2015
- fatti i fattacci tuoi
- avevano esaurito il nostro modello preferito, appena torna in produzione ti avviso
- ma noi abbiamo già tre bambini, oggi li abbiamo lasciati a casa con la tata che si droga e di sicuro si sarà portata in casa qualche altro tossico. Darà un'occhiata ai bimbi tra una merchetta e l'altra, speriamo che non devastino troppo la casa, ah si ti ricordi quella volta che abbiamo trovato la siringa infilzata nei puffi di peluche?
Ringrazio sempre Nina che di questo ha abbondantemente parlato, anzi ci ha pure costruito un intero blog.
Spero che la lista sia gradita alla nostra cara Ila.
- lo abbiamo ordinato su E-Bay, ora chiamo DHL per vedere quando lo consegnano
- lo abbiamo preso all'Ikea, ma non siamo riusciti a montarlo correttamente, ora cammina sulle mani ed è stato scritturato dal circo Togni
- ma noi abbiamo già un bambino! Maledetta Tim, si vede che il sms che annunciava la sua nascita non ti è arrivato
- non ci piace trombare
- notti insonni, pappa e pupù? No grazie
- abbiamo paura che ci venga fuori brutto
- è programmato per il 2015
- fatti i fattacci tuoi
- avevano esaurito il nostro modello preferito, appena torna in produzione ti avviso
- ma noi abbiamo già tre bambini, oggi li abbiamo lasciati a casa con la tata che si droga e di sicuro si sarà portata in casa qualche altro tossico. Darà un'occhiata ai bimbi tra una merchetta e l'altra, speriamo che non devastino troppo la casa, ah si ti ricordi quella volta che abbiamo trovato la siringa infilzata nei puffi di peluche?
Ringrazio sempre Nina che di questo ha abbondantemente parlato, anzi ci ha pure costruito un intero blog.
Spero che la lista sia gradita alla nostra cara Ila.
venerdì 2 dicembre 2011
La gloriosa tradizione della short story americana
Si ragionava, durante il primo incontro con Clara, di quanto in Italia manchi totalmente una tradizione di letteratura in termini di racconti. L'unica opzione è che un autore già affermato con diversi romanzi, metti Feletti, proponga una raccolta di suoi racconti, che a quel punto diventano spendibili. Le antologie che comprendono diversi autori sono spesso presenti sugli scaffali, ma non se le fila nessuno. Uno scrittore che pubblichi quasi esclusivamente racconti non è contemplato nel panorama del nostro bel paese. Peccato. Perchè un racconto può essere una buona scelta per una lettura, magari serale, da iniziarsi e concludersi in uno spazio di tempo preciso, breve, senza quella smania di mangiare pagine, ma con una sana voglia di dedicarsi al puro piacere di una lettura di qualità. Perchè specializzarsi nello scrivere racconti significa dedicarsi a qualcosa di molto specifico e davvero raffinato. In un racconto non ci si possono permettere errori, a differenza di quanto accade con un romanzo magari anche lungo, dove una sbavatura viene camuffata all'interno di un gruppo di pagine più nutrito. Il racconto quando raggiunge un livello davvero alto è sublime, è arte, è ... è la short story americana.
Io, che ho frequentato un impegnativo corso di scrittura creativa basato su questo spaccato narrativo, mi sono avvicinata al genere con grande titubanza, proprio perchè in Italia c'è questa idea che un racconto sia meno importante di un romanzo.
Poi ho conosciuto Alice Munro, definita da Jonathan Franzen la più grande narratrice vivente del Nord America, e me ne sono innamorata perdutamente.
Canadese, autrice di grande impatto e valore la Munro non spreca parole inutili.
Sentite, anzi leggete, l'incipit del racconto "Nemico, amico, amante..." che da il titolo all'intera raccolta composta da 9 racconti:
Anni fa, prima che tanti treni sulle linee secondarie venissero sopressi, una donna dalla fronte alta e lentigginosa e una matassa di capeli rossi, si presentò in stazione per informarsi riguardo alla spedizione di certi mobili.
Non vi pare che con poche righe sia riuscita a creare nel lettore un gran senso di attesa, offrendo un ventaglio di possibilità?
Chi è la donna? Perchè e dove deve spedire i mobili? E' tanto importante il suo aspetto fisico? Forse deve traslocare? O magari regalare i mobili ad un parente lontano?
Questo, secondo me, è il grande potere della letteratura di qualità: saperci proiettare in un mondo lontano nello spazio e nel tempo. Non vi pare di poter addirittura vedere la stazione ferroviaria, percepire la polvere allo sportello, nonostante non siate mai stati in una stazione in quell'epoca in America, anzi presumibilmente non eravate neppure nati e non siete mai stati in America?
E non vi viene una gran voglia di conoscere come prosegue la storia?
Ecco, la short story americana, con i suoi eccezionali esponenti, rappresenta un ottimo esempio di come certi autori abbiano davvero in mano un'arte, di come la maneggino con cura e abilità, e di come possano farci compagnia nelle sere invernali. E poi c'è Clara che voleva andare a NY e invece è approdata in India e scrive racconti che ti sbattono in un angolo a fare i conti con tutto quello che hai dentro.
Io, che ho frequentato un impegnativo corso di scrittura creativa basato su questo spaccato narrativo, mi sono avvicinata al genere con grande titubanza, proprio perchè in Italia c'è questa idea che un racconto sia meno importante di un romanzo.
Poi ho conosciuto Alice Munro, definita da Jonathan Franzen la più grande narratrice vivente del Nord America, e me ne sono innamorata perdutamente.
Canadese, autrice di grande impatto e valore la Munro non spreca parole inutili.
Sentite, anzi leggete, l'incipit del racconto "Nemico, amico, amante..." che da il titolo all'intera raccolta composta da 9 racconti:
Anni fa, prima che tanti treni sulle linee secondarie venissero sopressi, una donna dalla fronte alta e lentigginosa e una matassa di capeli rossi, si presentò in stazione per informarsi riguardo alla spedizione di certi mobili.
Non vi pare che con poche righe sia riuscita a creare nel lettore un gran senso di attesa, offrendo un ventaglio di possibilità?
Chi è la donna? Perchè e dove deve spedire i mobili? E' tanto importante il suo aspetto fisico? Forse deve traslocare? O magari regalare i mobili ad un parente lontano?
Questo, secondo me, è il grande potere della letteratura di qualità: saperci proiettare in un mondo lontano nello spazio e nel tempo. Non vi pare di poter addirittura vedere la stazione ferroviaria, percepire la polvere allo sportello, nonostante non siate mai stati in una stazione in quell'epoca in America, anzi presumibilmente non eravate neppure nati e non siete mai stati in America?
E non vi viene una gran voglia di conoscere come prosegue la storia?
Ecco, la short story americana, con i suoi eccezionali esponenti, rappresenta un ottimo esempio di come certi autori abbiano davvero in mano un'arte, di come la maneggino con cura e abilità, e di come possano farci compagnia nelle sere invernali. E poi c'è Clara che voleva andare a NY e invece è approdata in India e scrive racconti che ti sbattono in un angolo a fare i conti con tutto quello che hai dentro.
giovedì 1 dicembre 2011
Cose non fatte nel 2011 da fare nel 2012
Siamo giunti alla fine con le liste 2011, liste suggerite da Rita che ci traghetta direttamente a quelle per il 2012, è stata infatti tanto veloce da prenotarsi per gennaio e quindi ce la ritroviamo ancora qua tra un mese!!
ahahahha!!!
Con Rita mi sono trovata benissimo e la ringrazio di cuore per l'assiduità nell'esserci da me!
Purtroppo volendo dare un voto al 2011 non raggiunge neppure il 6 politico: è stato un anno difficilissimo, partendo da gennaio con la morte di mia nonna; punteggiato per 12 mesi da rare giornate stupendissime. Nel complesso le cose negativo sono prevalse. Per cui anche questa lista ne risente. Ecco cosa non ho fatto nel 2011 che vorrei assolutamente fare nell'anno nuovo:
- un bel viaggio di 15 giorni
- avere il "decreto"!!!!!!!!
- pubblicare un altro libro
- incontrare Rita
- incontrare scrap amici trentini (Manu!! Giacomo!)
- incontrare soci ASI Veneto
- incontrare quelle che mancano dal gruppo Nina
- incontrare Katia
(per i blog incontri nessuno si senta escluso: continua a venirmi in mente gente!)
PS. lista in viola in onore di Rita!
Penso proprio di riuscire a raggiungere questi obiettivi!
ahahahha!!!
Con Rita mi sono trovata benissimo e la ringrazio di cuore per l'assiduità nell'esserci da me!
Purtroppo volendo dare un voto al 2011 non raggiunge neppure il 6 politico: è stato un anno difficilissimo, partendo da gennaio con la morte di mia nonna; punteggiato per 12 mesi da rare giornate stupendissime. Nel complesso le cose negativo sono prevalse. Per cui anche questa lista ne risente. Ecco cosa non ho fatto nel 2011 che vorrei assolutamente fare nell'anno nuovo:
- un bel viaggio di 15 giorni
- avere il "decreto"!!!!!!!!
- pubblicare un altro libro
- incontrare Rita
- incontrare scrap amici trentini (Manu!! Giacomo!)
- incontrare soci ASI Veneto
- incontrare quelle che mancano dal gruppo Nina
- incontrare Katia
(per i blog incontri nessuno si senta escluso: continua a venirmi in mente gente!)
PS. lista in viola in onore di Rita!
Penso proprio di riuscire a raggiungere questi obiettivi!
Prima di morire vedrei
Ispirata da Nora, che saluto e ringrazio, ecco una lista discorsiva che mi è piaciuto molto buttar giù, proprio dal sangue.
Un cortile pieno di sole, che cammina centimetro dopo centimetro in mille estati che sembravano infinite, l'odore del fieno e noi, che potrei tenere un blog solo a raccontarvi i giochi che ci siamo inventati.
Mia nonna che dice "domani cosa volete per pranzo?" Ogni pasto era un festa e certe ricette sono morte con lei. Mio nonno che gusta ogni cibo annaffiandolo di vino, con giusta moderazione, e quando va a prenderlo in cantina, fischia sempre nella chiave, la chiave è quella corta.
Io seduta su uno sgabello alto, col vestito largo che mi gira intorno per non sciuparlo, il giorno delle mie nozze, l'abito l'ha fatto mia mamma, mia sorella non l'ha ancora visto e quando entra in soggiorno rimane sconcertata da tanta bravura (di mia madre) e bellezza (mia).
Io che piango davanti alla nursery vedendo Giovannino dal vetro.
Mio padre che mi porta al Nuovo Arti a vedere tutte le prime dei cartoni Disney, e all'intervallo arrivano sempre Topolino, Minny e Pippo a chiacchierare coi bimbi. Io che al ristorante da bambina ordino il minestrone, e tutte le mamme muoiono di invidia ad avere una figlia che non rogna per le zuppe.
Le gite in montagna, mia sorella sempre la più lenta, indietro a tutti, mio nonno che la incita, io e mio cugino che ridiamo.
Skagen (Grenen) e Jonathan Coe e Diomio questo posto esiste davvero, e io ci sono ora e tocco con le mie mani i due mari che si incontrano al limite estremo della Danimarca, l'acqua è gelida, la vita spettacolare.
Milano quando è avvolta in una certa luce tardo primaverile, le sere lunghe e piene, e io che non vorrei vivere in nessun altro posto. (Almeno in quei momenti).
Un calcetto sgangherato, tedeschi contro italiani, nel 1982 e poi i tedeschi barricati negli hotel.
Tutte le mattine in cui prendo la mano di mio marito mentre indugiamo ad alzarci. Le strade di Cortona, in ogni stagione, lo spazio fuori da ogni dimensione, la gente sempre allegra. Io che parlo del mio romanzo ad un pubblico attento e curioso, e la gente poi fa la fila per comprarlo e mi chiede di tutto, anche cose che non c'entrano niente.
Il cono da 50 lire, e il camion dei gelati che alza la polvere, "forse oggi è arrivato il pistacchio!"
La collezione di tappi a corona, Lemonsoda e Oransoda i più ambiti.
"Come ti vesti 'sta sera?" Gli abiti sul letto, la pelle rossa, il profumo di doposole e dal balcone un mediterraneo sempre diverso e sempre uguale.
Focaccia, focaccia, focaccia e lo stupore della scoperta, che si rinnova ad ogni ritorno alle 5 terre, lucciole comprese.
La vocina di Cecilietta che dice: "zia sai che sei bella?" E mi abbraccia le gambe.
"Yassou Koukla" e l'inizio di tutto. Una cuccetta e 3 ventenni, un treno che sferraglia nella notte verso il confine, io lo guardo dal finestrino ed è neve ovunque. Mio nonno mi saluta con la mano dal letto d'ospedale: non l'ho più visto vivo. Lo scalone del tribunale dei minori, percorso col fiatone, un sacco di documenti finalmente consegnati e un abbraccio che scioglie la tensione, mia nonna compie 100 anni ed è uno dei giorni più incredibili della mia vita ed è successo giusto un anno fa!
PS. Stay tuned, la lista del mese arriva in tarda serata, ma ci tenevo a pubblicare questo post proprio oggi!
PS. Grazie di cuore a tutti quelli che hanno "invocato" il mio ritorno
Un cortile pieno di sole, che cammina centimetro dopo centimetro in mille estati che sembravano infinite, l'odore del fieno e noi, che potrei tenere un blog solo a raccontarvi i giochi che ci siamo inventati.
Mia nonna che dice "domani cosa volete per pranzo?" Ogni pasto era un festa e certe ricette sono morte con lei. Mio nonno che gusta ogni cibo annaffiandolo di vino, con giusta moderazione, e quando va a prenderlo in cantina, fischia sempre nella chiave, la chiave è quella corta.
Io seduta su uno sgabello alto, col vestito largo che mi gira intorno per non sciuparlo, il giorno delle mie nozze, l'abito l'ha fatto mia mamma, mia sorella non l'ha ancora visto e quando entra in soggiorno rimane sconcertata da tanta bravura (di mia madre) e bellezza (mia).
Io che piango davanti alla nursery vedendo Giovannino dal vetro.
Mio padre che mi porta al Nuovo Arti a vedere tutte le prime dei cartoni Disney, e all'intervallo arrivano sempre Topolino, Minny e Pippo a chiacchierare coi bimbi. Io che al ristorante da bambina ordino il minestrone, e tutte le mamme muoiono di invidia ad avere una figlia che non rogna per le zuppe.
Le gite in montagna, mia sorella sempre la più lenta, indietro a tutti, mio nonno che la incita, io e mio cugino che ridiamo.
Skagen (Grenen) e Jonathan Coe e Diomio questo posto esiste davvero, e io ci sono ora e tocco con le mie mani i due mari che si incontrano al limite estremo della Danimarca, l'acqua è gelida, la vita spettacolare.
Milano quando è avvolta in una certa luce tardo primaverile, le sere lunghe e piene, e io che non vorrei vivere in nessun altro posto. (Almeno in quei momenti).
Un calcetto sgangherato, tedeschi contro italiani, nel 1982 e poi i tedeschi barricati negli hotel.
Tutte le mattine in cui prendo la mano di mio marito mentre indugiamo ad alzarci. Le strade di Cortona, in ogni stagione, lo spazio fuori da ogni dimensione, la gente sempre allegra. Io che parlo del mio romanzo ad un pubblico attento e curioso, e la gente poi fa la fila per comprarlo e mi chiede di tutto, anche cose che non c'entrano niente.
Il cono da 50 lire, e il camion dei gelati che alza la polvere, "forse oggi è arrivato il pistacchio!"
La collezione di tappi a corona, Lemonsoda e Oransoda i più ambiti.
"Come ti vesti 'sta sera?" Gli abiti sul letto, la pelle rossa, il profumo di doposole e dal balcone un mediterraneo sempre diverso e sempre uguale.
Focaccia, focaccia, focaccia e lo stupore della scoperta, che si rinnova ad ogni ritorno alle 5 terre, lucciole comprese.
La vocina di Cecilietta che dice: "zia sai che sei bella?" E mi abbraccia le gambe.
"Yassou Koukla" e l'inizio di tutto. Una cuccetta e 3 ventenni, un treno che sferraglia nella notte verso il confine, io lo guardo dal finestrino ed è neve ovunque. Mio nonno mi saluta con la mano dal letto d'ospedale: non l'ho più visto vivo. Lo scalone del tribunale dei minori, percorso col fiatone, un sacco di documenti finalmente consegnati e un abbraccio che scioglie la tensione, mia nonna compie 100 anni ed è uno dei giorni più incredibili della mia vita ed è successo giusto un anno fa!
PS. Stay tuned, la lista del mese arriva in tarda serata, ma ci tenevo a pubblicare questo post proprio oggi!
PS. Grazie di cuore a tutti quelli che hanno "invocato" il mio ritorno
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