Mi spiace, i post frivoli sono terminé ed ora vi dovete cuccare Ilaria accaldata col cervello nella gelatina.
Il bello dei blog è che si può passare oltre, ma mi spiacerebbe.
Ci sono nuove blogger che vorrebbero diventarmi amiche. Mi sento davvero lusingata del fatto che io, attraverso questi post, sia riuscita a farvi in qualche modo percepire come sono al punto che desideriate essere mie amiche. Vi dirò immodestamente che ad essermi amiche si fa un'affare, ma magari non in questo momento. Sono entrata in un mood mentale malefico per cui l'estate mi sembra come il natale: molto meglio il prima del durante. Natale in fondo è assai leopardianamente l'attesa, pensarci, prepararsi, non il giorno stesso, non senza bambini. Così l'estate: se l'azienda chiude 3/4 settimane ad agosto "apperò mi tocca andare in vacanza nel mese più costoso e congestionato", se non chiude il piano ferie è una guerra e 4 giorni prima della partenza possono anche chiamarti dalla direzione per chiederti non troppo gentilmente di spostarle (storia recente) o addirittura te le sospendono una settimana prima (storia passé). Badate le vacanze sono sempre belle, corte, lunghe, in ogni dove, anche a marzo e a dicembre. Ma l'estate ha un gusto amaro delle attese disattese. Sempre più calda perchè in città ci sono tutti gli scarichi di condizionatori che buttano aria rovente in strada, e questo secondo me è davvero l'apoteosi del menefreghismo. Ieri sono entrata in un negozietto piccolo temperatura - 2, fuori quel maledetto non-so-come-si-chiama coso sputava 200 gradi sulle gambe dei passanti. Moltiplicatelo per Nmila unità e capirete perchè la gente sta male, e perchè nei miei ricordi d'infanzia sto schifo non c'era: il condizionatore non l'aveva nessuno, al massimo un ventilatore. Provate a girare per gli ospedali in sto periodo, provate a farlo a 70 e passa anni. Provate a capire chi ci sta passando e ad immedesimarvi in chi si sente inadeguato, sciocco, troppo presente, troppo assente, nel tentativo di stargli vicino. Una volta non era così: l'estate durava 3 mesi, c'erano i temporaloni estivi fragorosi che da noi in Valtellina erano sempre al 14 agosto durante la cena in strada, con la gente che scappava col piatto in mano. Ma stavi tranquillo che la pioggia era un'eccezione, e buona notte. Due anni fa a ferragosto c'erano 10 gradi, l'anno scorso 40, per dire.
Il tempo dà i numeri, ma neppure io mi sento tanto bene.
Una volta c'erano i cortili. Il mio condominio ha uno splendido giardino: ci sono solo anziani seduti all'ombra a scrutare chi passa con aria stranita. 400 famiglie e non un bambino che giri in bicicletta, che giochi a biglie a campana, a rialzo, a nascondino. Che nelle cantine qui nascondersi sarebbe pure una figata. Non ci sono bimbetti (se non davvero di rado). Dove sono mi chiedo. Sono tutti intrappolati nell'estate che fu, quella degli anni 70 e 80 quella del "Festivalbar" e "Giochi senza frontiere". Adesso i ragazzini sono chiusi in casa al gelo di un condizionatore, con un giochino elettronico tra le mani. Sta sera c'è una gelatata con un gruppetto di amici che non vedo da parecchio. Vederli mi ricorderà la mia sconfitta più grande, quella che mi prende a morsi ancora e ancora. E quando la gente mi chiede "come stai?" ho sempre l'impressione chi si sia dimenticata del mio inverno, e non ho più voglia di spiegare che l'estate io l'estate l'aspettavo tanto, ma non sarà come me l'ero immaginata.
21 commenti:
Uh Sandra, ti vorrei solo abbracciare.
Anch'io ti vorrei solo abbracciare.
Con le tue parole porti il sole nei cuori di tanta gente.. eppure manca chi il sole lo porta nel tuo, di cuore.
Sul serio, non so cosa dirti...
Ti lascio anche io un abbraccio, senza parole perchè penso sarebbero superflue. Un abbraccio, stretto però.
E' vero, anche io leggendoti ho voglia di esserti amica. Perché ci sono capitata da poco sul tuo blog ma mi piaci. Più frivola o più seria. A volte magari non si trovano semplicemente le parole per affrontare gli inverni delle persone, di quelle amiche e di quelle che vorresti lo diventassero. Nel mio paesino toscano, comunque, un po' ci si annoia, non dico di no, ma di bimbi in bici o che giocano a nascondino, specialmente dopo le 6 del pomeriggio quando il caldo si quieta un po' ce ne sono tantissimi.
Che dire... niente..
Massi dai giochiamo a nascondino in cantina, o anche nel bagno di un cinema, e aspettiamo che passi sto caldo e questa malinconia. Poi ci scriviamo su un libro ancora meglio di quello di Ammaniti!
Sandra, un bacio stasera non te lo leva nessuno. 'notte.
vorrei concentrarmi sulla storia dei condizionatori e manifestarti tutto il mio appoggio, ma so che non basterebbe. ci sono battaglie che si perdono, anche se dovevamo vincerle. era scritto, ma qualcuno deve aver letto male. non so se ad un certo punto il tempo guarisce certe ferite, con me non è indulgente, ma io lo frego, mangiandomi gelato!
ti abbraccio
Si fa presto a dirti "pensa ad altro" quando i pensieri sono tanti, troppi... e pesanti.
Un anno fa speravamo insieme che il vostro sogno diventasse realtà, e ora il caldo è qui a ricordarti che le cose DOVEVANO andare diversamente.
Ti abbraccio e ti penso, tieni duro!
Se può consolarti l'estate non è tra le mie stagioni preferite. Porta tutto all'eccesso, il (poco) positivo, ma soprattutto il negativo. E le differenze, rispetto alle "nostre" estati, sono palesi. Io vivevo in strada, a giocare con la tribù di sorelle, cugine e amici, con una leggerezza e una fiducia nel prossimo e nel futuro che ho ormai dimenticato, e non solo per il passare degli anni...
Ti mando un grande abbraccio, per quello che può servire. Anche l'estate passerà, come tutto il resto. Panta rei.
Oh come ti capisco. E come sono d'accordo con te su tutta, tutta proprio la linea.
Dalle prigioni (dentro e fuori) dei condizionatori (e poi si fanno tavole rotonde sul riscaldamento globale) a quei cortili vuoti, al tempo che non sai più com'è (ci credo: manco sappiamo più che sapore ha l'aria, abituati come siamo ad averla condizionata d'estate e d'inverno),fino alle noti dolentissime di quei natali e quelle estati vuote di piccole presenze.
E se poi per ironia del destino (ma anche per scelta inconsulta) fai la tata come me, scopri un universo di solitudini (dei piccoli) e di indifferenza (dei genitori) da far venire i brividi.
E ti fai le solite domande, ti avviti nelle medesime considerazioni sui massimi sistemi.
E sì: d'estate è anche peggio.
Ti abbraccio, e ti auguro una buona giornata
.... un abbraccio fortissimo......
ha ragione sfolli! Appena te le sentirai scriverai uno splendido libro...e mentre lo leggerò io penserò:cavoli, ma io la leggevo già mentre viveva la sua avventura!
nemmeno a me piacciono i condizionatori e sopratutto l'uso improprio che se ne fa ora. Quando eravamo piccoli non ci si tappava in casa, si usciva, si correva, si sudava e per rinfrescarsi ci si comprava il ghiacciolo da 200 lire!
Cara Ilandra un abbraccio che spero vada oltre al virtuale!
Scherzi a parte, non è un caso se agosto e Natale sono i periodi più a rischio depressione. Proprio perchè vengono caricati di aspettative che di solito vengono deluse o si concretizzano solo in parte. E poi il caldo atroce che rischia di minare l'equilibrio di chi rimane in città: hai mai notato come i centri roventi si popolino di "desperados" ad agosto? Gente strana, che si trascina senza meta con la faccia deformata dall'afa e dalla noia, straparla e si arrabbia per nulla.
Per un motivo o per l'altro l'estate non è mai come te la aspetti, quindi non sentirti diversa dagli altri :)
Un bacione
L'estate era una bellissima stagione, ai miei tempi. Ora è un business come tutto quello che ci circonda. Manca a me l'estate dei temporali, ora c'è solo quella dei nubifragi. E l'inverno ... beh quello io me lo porto dentro. Un abbraccio
Ciao Sandra,
penso che i bambini ora siano nei vari centri estivi, che d'estate prendono il posto di scuole e asili per parcheggiare i bambini. Purtroppo ora quasi tutte le mamme lavorano, soprattutto nella tua città e alla sera si e' tutti troppo stanchi per mettete il naso fuori di casa. Che tristezza!!!!
Un bacione
Silvia
Non c'è niente di male a gettare le armi. Non c'è niente di male ad ammettere di sentirsi sconfitti. Non c'è niente di male nel confessare di sentirsi a terra. Io mi siedo accanto a te, per terra, e attenderò, senza fretta, di vedere librarsi il tuo cuore. So che accadrà prima o poi, ho fiducia.
Buona vacanza. Mi macherai!
Ti abbraccio forte.
Francesca
Ilaria è normale sentirsi giù a volte, non possiamo andare sempre a 3000.
l'estate poi è un gran casino, tutti sembrano pazzi e devono divertisri per forza come a capodanno. i bambini per strada a giocare ci sarebbero pure ma le mamme gli urlano di non sudare e i vicini si lamentano perchè fanno rumore. ti abbraccio
:-(
Posta un commento