Qualche settimana fa dovendo andare dal dentista ho fatto una strada diversa dal consueto, prendendo un autobus sul quale non ero mai salita.
Ad un certo punto non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.
Così è iniziato il balletto del mio collo tra il finestrino (cercando di guardare i cartelli coi nomi delle vie) e la cartina del mezzi ATM che fortunatamente avevo con me.
Se non l'avessi avuta non avrei mai raggiunto lo studio medico.
L'assurdo è stato provare sollievo vedendo lo stabile del dentista, associare la parola sollievo alla parola dentista capirete che è un ossimoro, a meno che la si abbini a "ho finito col dentista".
Ad un certo punto (non volevo parlarvi della seduta di igiene), porca paletta, mica ero nella via del VIP?
Sì, mentre vagavo per Milano su un bus che pensavo facesse un altro percorso, vedo Via Pincopallo e mi è preso un colpo!
Il collo si è allungato tipo giraffa "magari lo vedo, magari è qua!"
(Ma il VIP è un agente di borsa girls, ammesso che sia ancora in Italia, aveva lavorato nella city lui, magari ci è tornato, Queen Elizabeth l'ha richiamato "I miss you darling", sarà stato in Borsa, a controllare gli investimenti finanziari, a far fruttare de-na-ro, mica a girovagare nella sua via). Insomma non l'ho visto.
Poi ho realizzato una cosa:
non ricordavo a quale numero civico abitasse.
E ho capito che il mio Io si stava impegnando davvero per dimenticarlo.
Che la memoria stava selezionando i ricordi da archiviare per sempre, e quelli da cestinare.
E ho sorriso al conducente del bus.
Ma qual è la fermata del dentista??
2 commenti:
Non ti avventurare più sugli autobus in città,vedi che ti fanno uno strano effetto....Baci Katia
Bellissima gita in bus, ma ti sei girata tutta la città?!
Spero che ti sia disintossicata a dovere nel we! Baci, Fra.
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