giovedì 28 aprile 2011

il Ciabattino

Nel corso della nostra vita veniamo in contatto con ennemila persone, ma quante, a parte gli amici più cari e i familiari stretti, sono state in grado di lasciare impronte profonde nei nostri cuori?
Secondo me  non molte.
Oggi  ne conoscerete una.

Domenica ho cercato la tua tomba, non mi davo pace "come avevo potuto scordarmi dove fosse?"

Le avrei fatte passare tutte, fino a trovarti.
Ricordavo cognome e anno di nascita, alle elementari, seppur più vecchio di un anno, eri in classe con mia  nonna. Quanto mi piaceva quando mia nonna mi mostrava la fotografia ingiallita, le chiedevo sempre di indicarmi quale bambino fossi tu. Per me eri il ciabattino, ma lei ti chiamava sempre col cognome. Il Milani.
E ti faceva aggiustare anche le borse, e tu ti arrabbiavi, ma poi finivi per accontentarla.
La tua bottega era piccola, raggiungibile con una scala in legno, poco sicura, dentro odore di cuoio e colla, vecchie scarpe spaiate ovunque.
Quando, crescendo, ho iniziato a studiare lingue , se ti incontravo parlavamo in tedesco: lo avevi imparato  da internato in un campo di concentramento in Germania.
Non eri sposato e avevo paura che ti sentissi solo, ma non sembravi triste; ero una ragazzina, cosa sapevo fare? Cosa avrei potuto darti, oltre a conversazioni in tedesco? Oggi ti inviterei a cena ogni sera.  Quando i miei nonni hanno festeggiato le nozze d'oro al ristorante del paese con tutto il parentado, dopo pranzo mio cugino ha suonato la fisarmonica (e le mamme ballavano) tu, che eri nella sala accanto a giocare a carte, come ogni domenica, l'hai sentita, e ti sei unito alla festa. Come ero felice che ci fossi anche tu! In fondo conoscevi la nonna da 70 anni!
Poi, un giorno la nonna mi ha detto che eri morto e mi ha mostrato la tua nuova dimora. Quella vecchia l'hanno rasa al suolo. La chiamano ristrutturazione. Io non potevo passare di lì senza commuovermi. Non ti ho più incontrato, non ti ho più portato le scarpe a risuolare.
E il  mondo è stato un po' più brutto.

"Eccoti qua" Ho detto. Mi sorridi dalla cornice ovale. Sei proprio tu: cappello e occhiali dalle lenti spesse. Dio solo sa come hai potuto lavorare con quella vista  tanto malandata.

Ich vermisse dich!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello questo racconto.. Volevo anch'io ringraziarti per essere passata dal mio blog!!
Ciao

chiara.bc ha detto...

Du bist susse Ilaria!
Grazie per il tuo bel ricordo.
Chiara

Unknown ha detto...

Una persona "scialba"non avrebbe mai potuto scrivere questo...
Baci e grazie,sei dolcissima!
Laura@RicevereconStile

RobbyRoby ha detto...

Che bello questo ricordo. Sai a leggere mi sono emozionata.

Franz♥ ha detto...

Ho gli occhi lucidi...bellissimo ricordo, sei così brava a rendere le emozioni!
baci, Fra.

Pupottina ha detto...

ciao Ilaria!
bellissimo questo tuo ricordo!
le persone non meritano il dimenticatoio e condividere un ricordo con qualcuno è meraviglioso.
buon weekend ^__________^

E va bene così... ha detto...

davvero un bellissimo ricordo...
Ele

MondoLili ha detto...

Hai proprio ragione, sono poche le persone che lasciano le impronte nel nostro cuore... e con questo ricordo ce lo hai dimostrato..
un bacione
lili

Nanny ha detto...

Mi sono commossa leggendo questo dolcissimo ricordo..grazie per averlo condiviso con noi..