venerdì 29 giugno 2012

In vacanza!

                  Sorry, siamo chiusi.

Torneremo il 16 di luglio!
Non dimenticate Ilaria, quella dei frollini!

giovedì 28 giugno 2012

Checchenesia - alias nonostante tutto

Insomma saluti e baci a chi mi vuole male domani alle 17.30 e zero secondi biiip l'ultima timbrata di cartellino prima delle ferie. A seguire la ceretta più importante dell'anno, valigia e sabato mattina partenza.
Avevo seriamente pensato di non andare in vacanza, per gli eventi dell'ultima settimana, ma mia madre mi ha detto: "non se ne parla nemmeno!" per cui ho risposto "signorsì signore!"
Vi ringrazio davvero tanto per tutto l'affetto nei commenti agli ultimi post, ch'io sia cazzona o drammatica voi siete con me, lo percepisco e ve ne sono grata assai.
Ci rivediamo presumibilmente il 16 luglio. Niente post programmati, un caloroso abbraccio da qui fino a voi e cercate di passarvela al meglio che ci tengo a sapervi al sicuro nei vostri blog, lidi di pace e condivisione che manco i bagnini romagnoli arrivano a tanto.
Voi siete acqua fresca quando ho sete, di quella buona e semplice che non stanca mai.
La notte tra sabato e domenica la trascorreremo a Pescia, un luogo che amiamo infinitamente, che non ha mai riservato brutte sorprese. Anche in ritorno tra il 14 e il 15 luglio saremo in Toscana, ma a Cortona, altro posto del cuore. Spezziamo il viaggio concedendoci due tappe di sicuro ristoro. Faremo riposare l'auto, come nelle vecchie stazioni di posta e lanceremo i nostri cuori oltre l'ostacolo. Blog amiche tra Milano e Positano se li vedrete svolazzare non preoccupatevi: stiamo facendo prove di volo per liberarci delle negatività e librarci in cielo verso una vacanza ricca solo di noi!

mercoledì 27 giugno 2012

L'estate del nostro scontento

Mi spiace, i post frivoli sono terminé ed ora vi dovete cuccare Ilaria accaldata col cervello nella gelatina.
Il bello dei blog è che si può passare oltre, ma mi spiacerebbe.
Ci sono nuove blogger che vorrebbero diventarmi amiche. Mi sento davvero lusingata del fatto che io, attraverso questi post, sia riuscita a farvi in qualche modo percepire come sono al punto che desideriate essere mie amiche. Vi dirò immodestamente che ad essermi amiche si fa un'affare, ma magari non in questo momento. Sono entrata in un mood mentale malefico per cui l'estate mi sembra come il natale: molto meglio il prima del durante. Natale in fondo è assai leopardianamente l'attesa, pensarci, prepararsi, non il giorno stesso, non senza bambini. Così l'estate: se l'azienda chiude 3/4 settimane ad agosto "apperò mi tocca andare in vacanza nel mese più costoso e congestionato", se non chiude il piano ferie è una guerra e 4 giorni prima della partenza possono anche chiamarti dalla direzione per chiederti non troppo gentilmente di spostarle (storia recente) o addirittura te le sospendono una settimana prima (storia passé). Badate le vacanze sono sempre belle, corte, lunghe, in ogni dove, anche a marzo e a dicembre. Ma l'estate ha un gusto amaro delle attese disattese. Sempre più calda perchè in città ci sono tutti gli scarichi di condizionatori che buttano aria rovente in strada, e questo secondo me è davvero l'apoteosi del menefreghismo. Ieri sono entrata in un negozietto piccolo temperatura - 2, fuori quel maledetto non-so-come-si-chiama coso sputava 200 gradi sulle gambe dei passanti. Moltiplicatelo per Nmila unità e capirete perchè la gente sta male, e perchè nei miei ricordi d'infanzia sto schifo non c'era: il condizionatore non l'aveva nessuno, al massimo un ventilatore. Provate a girare per gli ospedali in sto periodo, provate a farlo a 70 e passa anni. Provate a capire chi ci sta passando e ad immedesimarvi  in chi si sente inadeguato, sciocco, troppo presente, troppo assente, nel tentativo di stargli vicino. Una volta non era così: l'estate durava 3 mesi, c'erano i temporaloni estivi fragorosi che da noi in Valtellina erano sempre al 14 agosto durante la cena in strada, con la gente che scappava col piatto in mano. Ma stavi tranquillo che la pioggia era un'eccezione, e buona notte. Due anni fa a ferragosto c'erano 10 gradi, l'anno scorso 40, per dire.
Il tempo dà i numeri, ma neppure io mi sento tanto bene.
Una volta c'erano i cortili. Il mio condominio ha uno splendido giardino: ci sono solo anziani seduti all'ombra a scrutare chi passa con aria stranita. 400 famiglie e non un bambino che giri in bicicletta, che giochi a biglie a campana, a rialzo, a nascondino. Che nelle cantine qui nascondersi sarebbe pure una figata. Non ci sono bimbetti (se non davvero di rado). Dove sono mi chiedo. Sono tutti intrappolati nell'estate che fu, quella degli anni 70 e 80 quella del "Festivalbar" e "Giochi senza frontiere". Adesso i ragazzini sono chiusi in casa al gelo di un condizionatore, con un giochino elettronico tra le mani. Sta sera c'è una gelatata con un gruppetto di amici che non vedo da parecchio. Vederli mi ricorderà la mia sconfitta più grande, quella che mi prende a morsi ancora e ancora. E quando la gente mi chiede "come stai?" ho sempre l'impressione chi si sia dimenticata del mio inverno, e non ho più voglia di spiegare che l'estate io l'estate l'aspettavo tanto, ma non sarà come me l'ero immaginata.

martedì 26 giugno 2012

Nuovo taglio

La cinese mi avrà anche salvato la vita, con la sua piega a 6 euro, che mi garantisce frequenti incursioni dal parrucchiere senza svenarmi, riducendo a sporadiche occasioni il lavaggio casalingo, ma il viParrucchiere è tutta un'altra storia.
Guardate un po' che fantastico nuovo taglio!
I capelli sono in crescita e iniziavano a fare massa. Stranamente dietro non si stanno allungando tanto. Li ha alleggeriti mantenendo la lunghezza, frangetta cortissima che personalizza molto e mette in evidenza gli occhi.
Il colore no, quello lo rifaccio dopo il mare.
Vi prego invece di non notate la faccia stanca, senza trucco, e il brufolo cratere sopra l'occhio.
Non esser mai stata bella ha un gran vantaggio: nei giorni di sfacelo non si nota tanta differenza con l'aspetto consueto! 

lunedì 25 giugno 2012

Paninetti allegri


Quando avevo un bar. Ma adesso chi ci crede più alla storia del bar? Vabbe' dicevo vi parlai della mia passione per i panini. Oggi vi mostro quelli preparati per una cena veloce, accompagnati da insalata e pizza condivisa.
Pan patata, spalmato con formaggio morbido, imbottito con fettine di salmone affumicato.
Stecchino e albiocche, non solo per rimanere in tema col colore, ma proprio perchè l'abbinamento frutta estiva e pesce crudo trovo sia sublime, anche seppia fragola. Io il salmone lo mangerei da colazione (già fatto in Svezia) a cena, senza stancarmi mai! 

domenica 24 giugno 2012

I miei libri per la spiaggia!

Scoppiazzando allegramente ToWriteDown voglio proporvi anch'io i libri che finiranno, a breve, nella mia valigia. Scegliere in quali pagine ci tufferemo durante le vacanze non è mai facile. Soprattutto se si viaggi in treno o in aereo l'esigenza di ridurre il bagaglio può penalizzare velleità libresche, tuttavia di solito abbondo ugualmente, perché ritrovarmi a metà ferie senza più nulla da leggere non mi piace affatto. Comprare qualcosa in loco spesso non è fattibile soprattutto se si è all'estero, ma anche in Italia  non sempre una libreria sufficientemente fornita si trova a portata di mano. Del resto odio buttar via soldi acquistando libri che faticherò a terminare. La vita è troppo corta per sprecarla leggendo qualcosa che non mi piace, a discapito di tutti i libri che di sicuro non farò in tempo a leggere! I libri brutti mi fanno davvero andare in bestia!

Li vedete spuntare dalla mia mini borsa da spiaggia.
Se desiderate qualche dettaglio in più continuate a leggere

sabato 23 giugno 2012

La mia borsa per l'estate 2012

Diciamolo non avevo affatto bisogno di una nuova borsa. Ma i saldi si sa sono una buona occasione, o forse solo una tentazione alla quale oggi non ho saputo resistere.
Paglia morbidissima, non sembra neppure paglia infatti, nodi che fan tanto mare, per questa borsa che mi è piaciuta subito. 29 euro, abbastanza capiente per contenere qualcosa per coprirsi in caso di aria condizionata (le micro-bag hanno questo limite e mi tocca girare col golfino in mano, troppo un infescio!), colore neutro che va con tutto. Perfetta insomma.


Ps. Considerato che gli ultimi post sono stati molto riflessivi, quasi pesanti (vi invito comunque a leggerli se ancora non l'avete fatto), vi prometto che con questa sera do il via ad una piccola serie di argomenti leggeri, estivi, e pieni di frivolezze.
Buona Domenica!

Il pippone editoriale - ogni tanto ci casco!

Da quando è uscito Frollini, (ormai da due anni, era infatti il 17 giugno 2010 e mi è pure sfuggito il compleanno)  il panorama editoriale è ulteriormente cambiato, in peggio. Diciamocelo: un tracollo.
I piccoli editori non ce la fanno più e, paradossalmente, spesso vantano credito sui grandi. E' riduttivo e anche piuttosto inutile dire "la gente non ha i soldi per mangiare, figurati per comprare libri!". E' un discorso molto più articolato, che ha radici profonde e la crisi mondiale ha solo provveduto ad assestare un bel colpo.
Eppure, misteriosamente, ogni giorno aprono i battenti nuovi piccoli editori ovunque. (Ligura e Val d'Aosta quelli coi quali ho avuto a che fare. Pieni di entusiasmo, non lo nego, ma pressapochisti, probabilmente con un organico di una persona e tre quarti già che dà già chiari segni di annegamento).
Qualche giorno fa mi ha scritto un editore al quale avevo chiesto:
"Accettate proposte editoriali, e quali sono le modalità per l'inoltro?" Già peccato che mi abbia risposto dopo un mese e mezzo. Se ci mette 45 giorni solo per dirmi che accettano manoscritti, quanti secoli occorreranno per valutare il testo? Ho cestinato la mail senza indugi. Spesso mi contatta gente che ha ordinato Frollini, ma non l'ha mai ricevuto. Sapendo che la prima tiratura non è esaurita, è chiaro che il meccanismo da qualche parte si è inceppato. Io sono un autore, ma mi sono spesso trasformata in venditore. Le operazioni "Frollini ghiacciati" e "Frollini a natale" sono solo la punta di un iceberg di un lavoro che vi garantisco non è stato facile.  Alla luce di queste considerazioni ho deciso che pubblicare con un piccolo editore non mi interessa più, nonostante tutti i miei bei svolazzamenti di pensieri sull'editoria indipendente, ormai ridotti ad utopia.
Mi avvilisce immaginare il mio romanzo in pile polverose, mentre c'è gente che vorrebbe averlo tra le mani.
Per me è un gran vanto sapere che dopo 2 anni sia ancora richiesto, ma il mio gongolarmi rimane fine a se stesso se non è supportato da qualcuno dietro che provveda.
I soliti noti invece sempre più si affidano esclusivamente ad agenzie, allungando la filiera:
autore agente editore distributore libreria lettore
Così non perdono tempo a leggere testi che non siano già stati filtrati da un buon agente.
Certo un grande editore non chiede ai propri autori di sostituirsi ad un ufficio commerciale inesistente e questo di sicuro rappresenta un gran vantaggio. Ve la immaginate Rizzoli che distribuisce ghiaccioli feltrosi? Il rapporto col lettore può tranquillamente venir mantenuto. Io faccio abitualmente corrispondenza con scrittori della scuderia Bompiani e Guanda.
C'è qualcosa che un lettore medio non sa. Un contratto editoriale prevede sempre la cessione dei diritti di pubblicazione, di solito per 20 anni. Questo significa che nel momento in cui le copie sono esaurite, anche se il romanzo dovesse essere ancora richiesto, se l'editore non ha interessa a stamparne altre, non lo farà, ma l'autore non potrà affidarlo ad altri, perchè il libro non è più tecnicamente suo. Okkei? Okkei.
Tanto vale quindi, vista la distribuzione penosa che ultimamente i piccoli editori hanno, autopubblicarsi, perlomeno non si cedono i diritti e il risultato in termini di presenza del volume nelle librerie o in internet è pressoche la stessa.
Forse penserete che la conclusione di questo pippone, ammesso che mi stiate ancora leggendo, è che io abbia optato per amazon.
Invece no.
Mi sono fatta un'agente! Eh sì, proprio come Madonna per dire.
Da oggi parlate col mio agente pls!

venerdì 22 giugno 2012

La più bella scena d'amore di tutti i tempi (scusate c'ho il fazzoletto facile oggi)

Quando mia nonna, verso gli 85 anni, era in ospedale per un intervento, a mio nonno venne un ictus e lo ricoverarono nello stesso edificio. Così, con le dovute cautele, i figli raccontarono alla nonna l'accaduto e il nonno fu accompagnato al piano di sopra a trovare sua moglie. L'incontro, al quale non ho assistito, ma è come se lo avessi fatto da tanto me lo sono figurato e da quanto li ho amati (a chi ha letto il mio romanzo posso dire che la pagina in cui descrivo la morte di mio nonno mentre la famigerata Pini mi martella di domande è vera) è stata la più grande scena d'amore mai scritta. Si abbracciarono e nonna gli disse piena di tenerezza in dialetto: "Nito, cosa ti è capitato?"

Non so perchè mi è venuta in mente sta cosa proprio ora, un insieme di associazioni di idee e percorsi arzigogolati a braccetto tra cuore e cervello, I suppose.
E' da ieri che tutto esplode dentro di me in momenti di commozione inevitabile e struggimenti vari.
Piango vedendo la signora emiliana che assiste alla demolizione della sua casa in TV. Piango leggendo il bellissimo sms di commiato del collega che mi saluta e ringrazia, perchè in seguito a decisioni ai vertici aziendali è stato spostato in altra sede.
"Da lunedì non saremo più vicini di scrivania..."
Il resto lo tengo per me, scusate ma non so mai bene chi approda qui.
Con la parte in blu di questo post partecipo al contest "la più bella scena d'amore di tutti i tempi", che nessuno ha ancora indetto. Ma portarsi avanti è sempre cosa buona e giusta. (E diamo a Cesare ciò che è di Cesare, l'idea del non-contest è di Robin nel nido e mi par corretto riconoscerlo).

giovedì 21 giugno 2012

Il solstizio mi porta male, ma anche un contest

Quella di oggi è stata una giornata in cui vitastronza ha battuto Ilaria, l'ha messa al tappeto sapendo che al 10 si sarebbe rialzata piuttosto malconcia. Forse solo per dimostrare chi è il più forte. E non venitemi a dire che siamo padroni del nostro destino o similari, oggi no, vi prego.
Tuttavia mi ero iscritta ad un contest, fotografico, ecco a volte con lo slancio emotivo tendo a fregarmi da sola, no dico fotografico? IO? Le immagini potevano essere prese dal web, solo che io continuavo a beccarle coperte dal copyright. E poi mi pareva avesse più valore qualcosa di mio. Di seguito il link del contest:
http://ouicarnetdemariage.blogspot.it/p/oui-mariage-contest.html
E mi sono ridotta all'ultimo, ma vi dico la verità con zero velleità di vincere, l'ho fatto proprio per sincero affetto verso la blogger, visto che trovo il suo blog
tra i più originali, fedeli ad uno stile preciso, ricchi di spunti deliziosi. Mi sono appuntata non so quante località seguendo i suoi suggerimenti, certa che prima o poi ci andrò! E' davvero incantevole ma non ha, come molti altri devo dire, quell'atteggiamento "guardate come sono brava!" che mi irrita oltremisura.
Insomma ecco le foto del tema "matrimonio ideale!".
Ho deciso che il mio matrimonio ideale, a discapito di quanto visto in rete: cerimonie sulla spiaggia o in campagna, tanto shabby, tanto country, tanto colore, ma anche bianco, torte strepitose, è stato il mio.
Per cui ho riunito due simboli: tutte le card augurali ricevute, e la mia scarpina misura 34 e mezzo e Emanuele ha scattato e elaborato la foto.

A colori, in bianco e nero, e anticata

mercoledì 20 giugno 2012

Tutto appposto alla posta e altri postacci in questo post

Lunedì sera ho trovato in casella la cartolina per il ritiro di una raccomandata. Solite modalità: il giorno seguente dalle 10, quelli successivi  dalle 8. Semplice e indolore. L'ufficio postale è sulla strada per il lavoro, trac parcheggio, trac 8.01 sono lì, ops chiuso. "I soliti ritardatari" penso. Invece no, perchè apprendo da un impiegato che apre la porta ad una collega, che l'orario è dalle  8.25.
Ma nessuno ha pensato di modificare il timbro sulla cartolina, così:
dalle  8.00 dalle  8.30
Protesto gentilmente, e, forse in virtù degli occhi miei tanto belli, l'impiegato mi passa la busta sul marciapiede, fino a che arriva il suo capo e gli fa un mazzo tanto, e viene fuori un parapiglia.
Il caldo dà alla testa, si sa. Mica lo scopriamo ora. E intando domani comincia ufficialmente l'estate, e tra 10 giorni noi saremo in Toscana, la tappa per raggiungere Positano. Che Dio ce la mandi buona, una vacanza senza grattacapi.
Vi scrivo un po' a random sensazioni estive condivisibili.
Odio l'abbigliamento da mare in città, negli uffici poi mi fa proprio orrore.
Odio il surriscaldamento globale grazie allo scriteriato uso di condizionatori e il conseguente gelo nei posti pubblici. Vorrei che mia nonna tagliasse ancora infinite zucchine da friggere in pastella, ma lei la chiamava pastetta. Amo gli aperitivi all'aperto a Milano, basta un tavolino e quattro stuzzichini a fare vacanza. Odio indossare i pantaloni su costrizione, per far crescere i peli in vista della ceretta. Amo circondarmi di libri e pensare a quali infilerò in valigia. Detesto le scadenze in ufficio che non tengono conto di ferie. Mi angoscia il pensiero degli anziani in città, anche se poi non capisco perchè indossino sempre strani gilet lanosi per poi lamentarsi del caldo. Mi aggrappo alla speranza che sarà un'estate meravigliosa (dopo un inverno penoso). Mi ricordo il 21 giugno di un anno fa e chi cazzo se lo scorda più? Amo mio marito con le bermuda rosse e la polo blu (o la polo rossa con le bermuda blu, possiede entrambe) e le scarpe della Pirelli bianche e rosse, che quando le indossa sembra Topolino. Mi piacciono le cene fredde: carpacci, insalatone, salmone, tartarre. Adoro andare in posta, temendo una rogna, e ritirare invece una bustona cicciona che contiene l'ennesimo regalo di una blog amica: sì la raccomandata era un fantasticissimo sottopentola a forma di gufo, da Sara-Mafalda che ringrazio pubblicamente (solo di francobollo ha speso un botto!) Smack!

martedì 19 giugno 2012

100 volte ToWriteDown + non so quante volte Annaelle

A Milano è uscito un caldo feroce, boccheggio in una sera appiccicosa e bianca mentre mi dirigo ad un blog incontro che si rivelerà delizioso.
Qualche settimana fa ho aderito alla generosa iniziativa di ToWriteDown: desiderava scambiare un libro, che avrebbe scelto tra i suoi studiando bene il destinatario, con una cartolina postale o, per chi fosse disponibile per un incontro, con un caffè. Pur non conoscendola affatto, in pratica ho visitato la prima volta il suo blog, proprio in questa occasione, ho aderito, assecondando quel mio slancio emotivo di cui vado fiera. Anche Annaelle, la creativa con la quale ho collezionato diversi incontri, si è prenotata, per cui si è deciso per un incontro a 3 in una delle vie della movida, alè.
Io e Annaelle ci siamo incontrate per prime, e abbiamo cominciato a scrutare ogni donna che avrebbe potuto essere lei, di cui nulla sapevamo. Ho mandato a Grazia, così si chiama, un sms con la descrizione del nostro abbigliamento e poco dopo eccola: un'incantevole donna sorridente ci saluta ed è subito scintilla di simpatia, scambio, chiacchiera, confidenze, cose in comune (e non da poco!!!!!). Aperitivo da Moscatelli, piattino di schifezze gustose, e via, l'afa si annulla grazie ai nostri racconti, alle nostre vite, a noi.
Il libro che ha scelto per me è indovinatissimo, lo porterò in vacanza. Lo scambio mi piace un sacco, ha rinunciato ad un pezzo della sua biblioteca per darlo a gente che, in fondo, manco conosce, okkei lei ora ha il mitico Kindle, ma ciò non sminuisce il grande valore del suo gesto di condivisione. Il senso più alto della vita da blogger, quello che ti fa dimenticare il resto. Annaelle ha creato due segnalibri bellissimi, ma tanto lei è una campionessa si sa, mentre io, prosaica come al solito, ho comprato due sacchetti di caramelle, e ho decorato due tag ai minimi termini.
Ora mi rendo conto che solitamente i miei post sui blog incontri sono molto più intriganti, ma ho bisogno di una doccia entro 3 secondi, o Ilaria non sarà più dei vostri. (E' stata una giornata difficile, pure oggi).
Per arricchirlo un po' vi lascio con i link della serata:

Il locale:
 http://gridskipper.com/archives/entries/59195/59195.php

Il romanzo che mi ha regalato:
http://www.amazon.it/Non-sposate-quella-donna-Femminili/dp/8877829044/ref=sr_1_2?s=books&ie=UTF8&qid=1340136572&sr=1-2

La fantastica iniziativa che ha dato il via al blog incontro:
http://towritedown.wordpress.com/2012/06/04/di-libri-cartoline-caffe/

Abbraccione a tre in metropolitana, con la promessa di rifarlo. Per la cronaca la fermata è la stessa del mitico incontro con Sfolli e Clara a novembre!

domenica 17 giugno 2012

Prenditi cura della tua anima: nessuno potrà farlo al posto tuo!

C'è questa canzone di Rebecca Ferguson "Glitter and Gold" (cercatela su you tube se vi va e, soprattutto, se non la conoscete) che mi piace assai. Non capivo l'intero testo, prima di averlo sotto gli occhi perlomeno, ma ripete "take care of your soul" e questo lo capisco benissimo. Poi ho trovato le parole, che si discostano un po' dal tema di questo post, ma "prenditi cura della tua anima" rimane la base. La canzone riguarda infatti chi più che prendersi cura della propria anima, dovrebbe ritrovarla, perché oro e luccichio non scaldano il cuore nelle notti fredde, insomma il vecchio contrasto tra soldi e sentimenti.
Ispirata dalla musica concludo l'elenco delle professioni che farei, (e ringrazio nuovamene Adriana per il premio) ebbene vorrei essere il ministro della pubblica istruzione.
Forse non ne ho i requisiti, ma dubito di poter fare maggiori danni della Gelmini,
Mi piacerebbe questo ruolo perché potrei rendere obbligatoria la materia "cura dell'anima" fin dalla scuola primaria.
E' un'attività indispensabile alla sopravvivenza serena soprattutto per i maschietti, da sempre castrati nel mostrare sentimenti. E' un obiettivo tanto difficile da perseguire, ma sempre più necessario in una società che va di fretta. Mi vien da dire che i miei nonni avrebbero riso di queste baggianate, e li invidio. Ma i tempi attuali sono troppo diversi, le persone vanno allo sbando per poco, perchè non sanno curarsi l'anima.
Come insegnante vedrei bene un/una psicologo/a ma anche una persona laureata in filosofia, o, addirittura, una che ha molto sofferto e ha continuato imperterrita ad affermare "life is good".
L'anima non si sa bene dove risieda, e questo, capirete, rappresenta già un bel problema. Come faccio a coccolare qualcosa se non so dov'è? Se ho mal di schiena magari mi faccio fare un bel massaggio, una tisana per la pancia sofferente, e un fantastico pediluvio con le palline frizzanti quando i piedi esigono una tregua da scarpe strette e lunghe camminate. Ma con l'anima come la mettiamo? Occorre un vero esperto!
Non che io lo sia, tuttavia credo di essere sulla buona strada per diventarlo, mio malgrado. Vorrei non aver mai avuto bisogno di laurearmi sul campo. Una cura di sicuro è la contemplazione, ma non deve mai scadere nella meditazione, che in questi casi è controproducente perchè poi si sa che la mente comincia a vagare, a rimestare nel calderone del dolore ed è peggio. La buona musica va benissimo, immaginate un'aula in penombra e le note di Pat Metheny che svolazzano sulle teste di alunni assorti. O una carrellata di fotografie di quadri impressionisti appesi alle pareti, molto grandi, coi bimbetti che ammirano i giardini di Monet e si perdono nei suoi colori. Perchè bisogna sempre perdersi, per ritrovarsi.
E il rischio concreto è quello di perdersi troppo, un bicchiere di vino pregiato può aiutare, diventare alcolisti certo no.
Piangere è un passaggio cruciale, come ingurgitare una medicina molto amara. Basta con la storia di non mostrarci in lacrime in pubblico, uno piange quando gli viene. Lasciamo che i maschietti piangano per un torto subito all'asilo (non sono capricci!) basta con frasi tipo "non fare la femminuccia!". Un domani avremo un uomo che sa piangere sulla tomba del padre, ed eviterà di farsi corrodere dentro dalle lacrime mai versate.
Il  succo del discorso è che per quanto chi ci vuole bene potrà aiutarci, consolarci, scrollarci, il vero lavoro sull'anima non può essere demandato, per questo occorre imparare una strategia fin da piccoli, perché quando ne avremo davvero bisogno non avremo il tempo per studiare tattiche. Saremo in guerra e non potremo permetterci di perderla.

Magnete sul mio frigorifero regalo di Marica Vitaasandiego

venerdì 15 giugno 2012

Dei SE e dei MA

Avevo in mente tutt'un altro post. Magari lo scriverò domani, magari mai. Lontani anni luce i tempi in cui avevo nella bacheca 13 post programmati e 8 in bozza (sto esagerando ma neanche tanto). L'approccio è di nuovo cambiato: il blog è il mio flusso di coscienza, pubblico qualcosa invece che parlar da sola, o al limite coi gufi in vetrina, e mi pare un gran passo avanti.
Dicevo, altra settimanaccia, si è rotta la frizione dell'auto mentre mio marito era su una delle strade più trafficate di Milano per andare in banca a pagare l'Imu. Pare una barzelletta.
Sto scherzetto più una revisionata all'auto ci costerà un botto, per cui nella mia testa è cominciato il tormentone dell'avremmo dovuto cambiare la macchina invece che rinnovare la sala. Il solito giochetto idiota dei Se e dei Ma, quello che ti manda ammmale. Quello dell'avrei dovuto fare l'accademia per parrucchieri
(intanto approfitto per ringraziare Adriana che mi ha insignto del premio colors. Prevede che io elenchi 3 lavori che avrei voluto fare. Facilissimo la parruccchiera e l'editore mi pare non necessitino alcuna spiegazione, per il terzo, riguarda l'altro post che ho in mente per cui rimando). Se avessi fatto la parrucchiera non avrei conosciuto mio marito, uhm no, questa cosa non mi piace affatto. Se avessi cambiato l'auto, avremmo comunque dovuto imbiancare perchè quelle macchie proprio non si potevano vedere, per cui avremmo fatto uno stupido lavoro a metà...
Se io chiudessi questo post un po' in fretta, mi resterebbe il tempo di pulire casa come ogni venerdì sera, senza trascinarmi fino ad orari impossibili.
Col senno di poi vivremmo tutti ricchi e felici, perchè conosceremmo i numeri giusti da giocare al superenalotto, sapremmo in anticipo che il biondino della V C è uno stronzo che al venerdì non gioca a basket ma si tromba la nostra migliore amica, e invece quello lì un po' sfigatello con gli occhialoni, domani metterà le lenti a contatto e diventerà un brillante uomo d'affari pieno di fascino, desideroso di metter sù famiglia con una ragazza seria.
Gli acquazzoni non ci sorprenderebbero mai senza ombrello, ma forse dentro al portone in cui siamo corse a ripararci abbiamo trovato proprio lui, il nostro Mr Right!

Il senno di poi quindi  potrebbe metterci al riparo dai temporali, ma forse vivremmo una vita in fuga, senza tuffi al cuore, senza rischi, per cui credo che in definitiva non mi interessi.
E adesso Ilaria marsh a spazzare!

mercoledì 13 giugno 2012

Movimento nella città

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/06/13/foto/scale_mobili_e_stazioni_ferroviarie_le_foto_che_raccontano_la_mobilit-37108840/1/

Milano principalmente, ma anche altre città, raccontate nelle  15 foto dei soci del Circolo Trevisani, proposte anche dal quotidiano Repubblica on line.
La mostra verrà inaugurata sabato e si terrà c/o la Biblioteca Gallaratese a Milano.
La fotografia N. 14 è di mio marito che già conoscete come fotografo attraverso il mio blog.
Buona visione.

martedì 12 giugno 2012

Cose

Questi 2 giorni senza blog, per me quasi un record, sono stati pieni di cose, cose nella  mia testa e nel susseguirsi di queste giornata dal clima strano. Temporaloni estivi senza che sia estate. Fortunata me, quando gli acquazzoni hanno flagellato la città ero sempre al riparo. Guardavo la pioggia battere i vetri, il vento forte che piegava gli alberi, e poi in auto quel muro d'acqua mentre sonnecchiavo, all'asciutto anche in quel momento, senza neppure la preoccupazione della guida. Giorni di gente, amici vecchi ritrovati dopo anni, e nuovi un po' da scoprire, ma coi quali già capisci che c'è un buon feeling. Il blog lontano. Vi dico i trascorsi recenti mi hanno molto provata, ho capito che condividere costa caro, e non sono certa di voler  pagare ancora questo prezzo. Cose con  me stessa, meccanismi da disinnescare dopo anni,  lucida consapevolezza che così non si va da nessuna parte, ma che cambiare troppo non ha senso, perchè io mi amo così, e sono felice quando mia madre assai parca di complimenti mi dice: "tu sei una persona buona, sai chiudere un occhio sulle cose." Per cui devo agire solo su un piccolo dettaglio: abdicare al ruolo di anticipatrice di bisogni altrui, che siano lavorativi, familiari o sociali. Grazie a chi mi ha illuminata su qualcosa che, in fondo sapevo da tempo, ma non riuscivo a focalizzare appieno.

Cose, in questo grande contentitore di cose che agitano le mie giornate attualmente trovo l'obiettivo di:
cucinare di più
leggere di più
amarmi di più
preoccuparmi di meno.

Sarà un'estate strana, trascorrerò una piccola parte delle vacanze nella casa dei miei nonni. Mi chiedo come sarà scendere quelle scale, grazie Montale, senza che ci siano i nonni ad attendermi da basso. Sarà brutto temo. Ma potrò dare nuova vita a quei muri che tanto sanno di me. Quei muri tutto sono.

sabato 9 giugno 2012

Una faccia, una razza (pronuncia una faza, una raza)

E' da parecchio tempo che ho in mente questo post ed ora è giunto il momento di estrapolarlo.
Ormai è tutto un parlare della Grecia, paese che, prima delle crisi, veniva nominato raramente e appariva come un insieme di isole bianche e blu accattivanti per trascorrere le vacanze fra mare e reperti archeologici.
Ero stata in Grecia 4 volte (più una a Cipro che Grecia non è ma molti si confondono e comunque hanno tanto in comune) prima di conoscere mio marito. E' un paese straordinario che ho amato subito, dove ho vissuto momenti di svago e di grande emozione camminando sui sentieri della storia e della democrazia, lasciandomi cullare dalle onde su una di quelle sdraio a cucchiaio, dopo aver mangiato pesce sulla spiaggia fino a scoppiare.
Ho vissuto la Grecia della dracma e ho scoperto da me luoghi poco turistici, scarpinando in salita, con un cane che mi trotterellava a fianco. Sono stata ad Atene il giorno dopo la chiusura delle Olimpiadi 2004 e ho comprato una magliettina souvenir,  da perfetta turista omologata. Poi ho conosciuto Emanuele e la mia visione del paese è stata stravolta: mi sono calata perfettamente in una famiglia dove si parla greco d'abitudine, e quando, nel 2008, sono tornata ad Atene, al ritiro bagagli all'aeroporto mi è squillato il cellulare e la zia di mio marito mi ha salutata dicendo "noi siamo una famiglia!". Ho abitato in una casa dove, all'ingresso, un'enorme anfora blu, con un secchiello, consentiva di sciacquarsi i piedi dalla sabbia rincasando. La famiglia dicevo, ecco per i greci è importantissima, come viene enfatizzato nel celebre film "Il mio grosso grasso matrimonio greco!". Naturalmente quando mi sono sposata il film mi è stato citato fino alla noia, e, come spesso accade per le trasposizioni cinematografiche, tutto è stato ridotto a stereotipate macchiette, anche se, lo riconosco, in maniera molto divertente. Un po' come il classico: Italia pizza spaghetti mandolino mafia... Ora conosco molto di più della Grecia di quanto ne sappia l'italiano medio, è anche logico, per cui mi stringe il cuore ad ogni commento "non finiremo mica come la Grecia..." con quel tono beffardo da "vade retro" pronunciato da chi in Grecia non ha mai messo piede e nulla ne sa.
Per questo oggi alla vigilia delle nuove elezioni, voglio celebrare una terra che sento un po' mia, un popolo generoso, che spero possa tornare presto allo splendore che merita!
Opa!
Due immagini tratte dalla vacanza del 2008 a Stira - Isola di Evia

Il mio ristorante preferito, le sedie sfiorano il mare

Pranzo in terrazza con le immancabili tiropite di mia suocera

venerdì 8 giugno 2012

Creare lettori

Sono stata una lettrice precoce assai. Il mio vanto da bimbetta era scegliere i libri nello scaffale dedicato ai 9-12 anni quando ne avevo solo 7 e tre quarti. A 10 anni leggevo "Olocausto". Non ricordo come io sia stata educata alla lettura, perchè leggere,  e poco dopo scrivere, è stato qualcosa di estremamente naturale come bere il latte al mattino o respirare.
Oggi è l'ultimo giorno di scuola e, ispirata da Grazia di To write down, butto giù i miei pensieri sulla famigerata lista di libri da leggere in vacanza, e sulla lettura nella scuola. Non ho un ruolo specifico: non sono insegnante, né madre, ma ho l'esperienza vibrante di chi è sempre andata in giro con la testa sprofondata in una storia, anche senza aver fisicamente un libro in mano.
Convengo con quanto dice Grazia, dai dieci ai sedici/diciassette anni non si può andare tanto per il sottile: l'importante è appassionarsi alla lettura. Considerate, aggiungo io, un ragazzino un po' scalmanato, per lui lettura = immobilità = noia e l'avrete perso per sempre. Costringere a certi titoli un po' mattone può rappresentare un grosso boomerang, un vero punto di non ritorno. Pochi nel mio trascorso scolastico i titoli obbligatori che ho saputo amare. Detiene ancora il primato "La fattoria degli animali". La maestra delle elementari lo leggeva in classe e ne nascevano sempre dibattiti stimolanti, tanto che, a distanza di anni, l'ho inserito nel mio romanzo, e vi garantisco che trovare un nesso per poterlo piazzare non è stato facile. Alle superiori "Opinioni di un clown" (imperdibile), ma in mezzo il nulla assoluto. Ricordo una tediosa lista nelle vacanze della prima superiore dalla quale estrapolai una "Madame Bovary" che non riuscì ad entusiasmarmi. I classici per l'infanzia quali "Pattini d'argento" "La capanna dello zio Tom" "Il giornalino di Giamburrasca" per me mantengono un grande fascino e sono libri di valore,  li suggerirei senza indugi per le vacanze dei bimbi della primaria. Ma credo che a quell'età i gusti vadano blandamente guidati. Alle medie, durante l'ora di lettura, ognuno poteva leggere ciò che voleva (circa perché la prof. di lettere comunque controllava) una compagna furbetta mostrò un libro, per poi leggere sottobanco "Cristiana F. noi i ragazzi dello zoo di Berlino" che per la mia generazione fu un libro cult ma anche uno scandalo. Apriti oh cielo quando fu scoperta. Naturalmente l'avevo letto anch'io, di straforo, ma fui abbastanza scaltra da non farmi sgamare. Tutta questa mia scaltrezza non so dove sia poi andata a finire col tempo... ma questo è un altro discorso.
Per le vacanze, soprattutto per i ragazzini meno fortunati che trascorreranno il periodo estivo in città, e con la crisi, temo che saranno in tanti, le letture dovrebbero essere particolarmente divertenti, di vera evasione: avventure di pirati, storie di animali dispettosi, e di principesse svenevoli. Alle medie si possono tranquillamente azzardare Oscar Wilde (certi raccolte di racconti sicuramente anche prima), Jane Austen e Conan Doyle. E poi mi piacerebbe proporre qualcosa di interattivo: un libro che invogli il lettore a coltivare una piantina, ad interessarsi agli insetti, a cucirsi un abitino, a preparare un piatto di un paese lontano.
Vorrei fare un nuovo lavoro: raccogliere i bimbetti al suono della campanella, portarli a casa mia un paio d'ore al pomeriggio, per educarli alla lettura.
Spargerei i libri che ho amato per la casa, lasciando che li trovino seguendo il loro istinto e i miei indizi. Senza alcuna distinzione tra maschi e femmine, e ben poca tra le varie età. Occorre crescerli senza l'inibizione di non essere all'altezza di un certo testo, questo li allontanerebbe. Da sempre vivo come un ostacolo non avere una cultura classica, non voglio che il mio gruppetto di lavoro debba soffrire la stessa pena. Ci sarebbero momenti di lettura individuale ed altri collettivi. Se il protagonista di un libro mangiasse pane e marmellata di mirtilli, la loro merenda sarebbe la stessa. Scenderemmo in giardino nei giorni di sole, perchè leggere all'aperto è stupendo. Stravolgeremmo i finali invendone di nuovi, forse migliori; ci scambieremmo impressioni e consigli.
Sono sicura che sarebbe un successo! Ma voi li mandereste i vostri bimbi da me?

giovedì 7 giugno 2012

. . .

Oggi il cielo sopra Milano è di un color bianco latte scremato che non consola.
Vorrei essere abbastanza capace  da saper  scrivere il mio "Rospi e Responsability" che come titolo fa molto Jane Austen,  e dopo averlo scritto, io lo vivrei.
Invece mi appresto a stirare perchè son molto più casalinga  che scrittrice.
Nella vita ci vuole anche coraggio: gli altri mi vedono tanto impavida, io srotolo i miei giorni senza luce, maledicendo la mia codardia.

mercoledì 6 giugno 2012

Sbarco in Normandia: 68esimo anniversario oggi!

Non so come mai un giorno mi venne in mente di proporre a mio marito un viaggio alla scoperta delle famose spiagge dello sbarco, nonostante non sia affatto appassionata di storia militare. Così confezionammo ad arte, con la nostra agente di viaggio, un itinerario tra Bretagna e Normandia: due regioni tanto vicine geograficamente, quanto distanti per tutto il resto. Spero che Dio mi doni tanta salute e memoria per non scordare mai tutte le sensazioni incredibili di quei 16 giorni, dalla luce al cibo.

Le tappe sulle spiagge (Utah Beach, Omaha Beach le più celebri) sono state emozionanti molto più di quanto avrei pensato. Oggi vorrei celebrare lo sbarco con questo post. Credo che la storia della seconda guerra mondiale sia strettamente legata al panorama attuale, quando, ma è una mia opinione, spesso mi sento più suddita degli USA che non alleata, ricordo che ci hanno salvati e strappati con un alto costo in termine di giovani vite morte su quelle spiagge. 
Vi propongo, nelle immagini di Emanuele, un bar ad Utah Beach dove ogni anno i reduci sono soliti incontrarsi, testimonianza il bancone ricco di firme. In particolare un ex soldato è mancato solo a due appuntamenti, quando era impegnato nella guerra in Corea e in Vietnam.
La seconda guerra mondiale è storia di tutti: mio padre è orfano di guerra, e il "fratellino" di mio nonno materno non è mai tornato dal fronte russo. La sua ultima cartolina, che conserviamo ancora, è uno strazio, e mia madre lo ricorda attaccato al cancello di casa che la saluta dicendo "non voglio partire!" 

Il bar dei reduci a Utah Beach

L'idea del post mi è stata suggerita da Emanuele
  

Lo slancio emotivo

E' un post difficile. Vorrei dire senza raccontare troppo, ma il rischio è quello di non farvi capire niente.
Ebbene ieri in un blog che seguo abitualmente è stato pubblicato un post che mi ha trovata in totale disaccordo, su una faccenda di un certo rilievo. La blogger chiedeva pareri e tutti (a parte un  paio più pacati e neutrali) hanno letteralmente gettato benzina sul fuoco. Incredula in serata ho finalmente scritto il mio commento. Ritengo che chi non fosse d'accordo abbia scelto di non commentare, eccetto una giunta dopo di me. In seguito uno dei commenti più tremendi è stato cancellato dall'autrice. Ora io non biasimo chi non ha commentato, in fondo perchè esporsi?
Perchè il giorno che dovessi decidere di non seguire più lo slancio emotivo sarà lo stesso in cui andrò dal falegname a ordinare la mia bara. Assecondare questo slancio non significa affatto agire d'impulso: ho pensato tutto il giorno se commentare e cosa scrivere. Ma credo che gli ideali vadano perseguiti non solo a vent'anni, anche correndo il rischio che qualcuno mi suoni alla porta e mi dia un parere.
Lo slancio emotivo è anche quello che, aspetto positivo, non mi fa vedere il male nei blog (ingenuità?). Mi spiego: un paio di giorni fa sono arrivata per la prima volta in un blog, dopo il mio commento la blogger mi ha contattata per chiedermi se volevo aderire al suo blog party (ancora attivo, potete scriverle se vi va!) con un post fotografico piuttosto personale. Non ho esitato un attimo, si diceva felice se avessi acconsentito, perchè quindi non accontentarla? Non ho pensato che magari le mie foto avrebbro potuto fare una brutta fine, non le ho neppure siglate. Slancio emotivo yes!
(E questa volta il mio entusiasmo è stato decisamente premiato!)

http://lideagrafica.blogspot.it/2012/06/labito-su-misura-di-sandra-blogparty4.html?showComment=1338966975191

Sopra trovate il link del Blog Party (cliccate e troverete un'Ilaria decisamente inedita!!)
Invecchia chi si chiude nel proprio bozzolo senza gettare la testa fuori, se non per criticare.
Ecco ieri il fisiatra ha detto che la mia schiena è come quella di una 60/65enne, ma adesso la fermiamo con un piano riabilitativo adeguato, per cui:
- la mia schiena potrebbe a breve andare in pensione
- devo stare meno sul pc
- la colonna cervicale è chiaramente avanti
- ma solo lei, perchè io (leggi sopra) ho lo spirito di una ventenne
e di questo io ne vado fiera!

domenica 3 giugno 2012

Baratto di oggetti e di tempo

Mi hanno chiesto di partecipare a un mercatino del baratto. L'invito è arrivato da una conoscente con la quale ho frequentato 3 corsi di scrittura creativa, l'ultimo 2 anni fa. Come spesso accade, nonostante il gruppo fosse piacevole, arguto e stimolante, ci siamo persi di vista. Così sono rimasta sorpresa e ho accettato di buon grado, felice di rivedere Monica. Mi ha accompagnato mio marito e la cosa buffa è stata che quando gli ho chiesto "ma ti ricordi Monica? L'hai conosciuta, bionda, bella, gran sorriso..." lui è caduto letteralmente dal pero, aveva capito che si trattasse di qualcosa nato nella blog sfera, per cui ha detto "ah ma non è una blog amica?"

E' stato divertente scambiarsi di tutto, conoscere gente, chiacchierare, mangiare le cose che avevamo portato da condividere, ritrovare altre due vecchie compagne di corso, tutto in una bella casa con un delizioso giardino in un sabato sconvolto dall'arrivo del papa.
(Scusate se mi ripeto, ma i grupponi di oratori che attraversano la strada senza un minimo di buon senso  e i bus - sempre degli oratori - che passano col rosso mi hanno davvero urtata!)

Tutte le presenti sono (siamo!) stanche dei propri impieghi, del sistema lavoro in caduta libera verso il degrado umano. Una sta per mollare tutto alla volta del Messico, senza lavoro, unico aggancio contatti via web. Non sembrava una sprovveduta, nè una ragazzina, solo una donna senza legami importanti in Italia, che ha deciso di non sottostare ad un sistema malato che spesso non riconosce il valore del singolo, dell'esperienza, della formazione, dell'etica. Come non capirla? E' un lavoro rompere l'anima alla gente proponendo contratti diversi per l'energia, rasentando il raggiro? E' normale avere le aziende piene di pensionati co.co.co (dè!) che dettano legge, ma  quando c'è una grana: "ah non chiedete a me, io sono solo un collaboratore!"

Ho scambiato alcuni gufetti della mia collezione che non volevo più tenere, con un dvd di ScoobyDoo da vedere insieme ai nipoti, un bel bracciale mai usato perché mi è sempre stato largo con una gonna, un foulard con una collana. La ragazza che sta per partire mi ha dato una maglietta senza voler nulla in cambio, ed è pazzesco perché io una magliettina così con quella scollatura e quelle maniche la cercavo da 2 anni, da mettere sotto al mio abito preferito smanicato quando è freddo.  E ancora un libro, un'altra gonna, e due cosine che intendo regalare quindi non ve le dirò. Tutta la merce era in ottimo stato, alcune cose proprio nuove, con la confezione originale, chiaramente regali poco graditi. Ognuno ha i suoi gusti, ciò che non piace a me, potrebbe interessare a te. Semplice. E con questa filosofia mi sono iscritta anche alla banca del tempo. Offro conversazione in inglese e accompagnamento per lo shopping, cerco massaggi, preparazione di cene e di torte.
Io e le altre donne avvertiamo molto l'esigenza di tornare ad una vita meno strutturata, in favore di maggior semplicità, che rappresenta oltretutto anche una forma di risparmio.
Quanto ci siamo circondati di cose inutili per compiacere ad un sistema, nel quale in fondo, non ci riconosciamo (più)?
Se riuscissi a vivere più frugalmente potrei lavorare meno; guadagnerei meno, ma avrei più tempo libero...

sabato 2 giugno 2012

Quando le cose non sono come te le aspetti

Ottenere la sostituzione dell'anta del mobile dei sogni non è stato facile: mail, telefonate, rodimenti. Va be' che stiamo parlando di vetro, ma i mobilieri ci si stavano proprio arrampicando sopra. Peccato perdere così la stima, arriverà il giorno in cui cambieremo il divano, e non ci rivolgeremo a loro.
Ma poi quando finalmente la gufantina, come la chiama Chiara, è stata al suo posto, pensa un po', manco mi piaceva... eh sì perchè nella vita le cose non sono mai come te le aspetti, a volte sono meglio, altre peggio e, più frequentmente solo diverse.
Ma questa era peggio, azz, mi pareva una teca per le reliquie dei santi.
Ci sono stata male per un giorno, poi ho pensato "diavolo Ilaria, è un mobile, mi pare tu abbia superato di peggio!" E ho iniziato ad arredarla, riempiendola coi gufi, in fondo era stata costruita proprio a questo scopo.
Potete guidicarla nelle foto che seguono, coi volatili mi pare migliorata molto, e comunque una preghierina eventualmente la possiamo sempre recitare, che male non fa, forse i Gufi elevati allo stadio di Santi, ci ascolteranno!
(Oggi a Milano c'è il papa e non vi dico lo scombussolamento!)

venerdì 1 giugno 2012

Di insalata di riso e cugine

Se c'è una cosa che per me fa tantissimo estate è l'insalata di riso, per la quale ho le mie regole:
No ai condiriso inscatolati, a tutto c'è un limite, aprire una scatoletta e sbatterla in una terrina con riso bollito non è riso freddo.
No ai sottaceti sottoli con quel gustaccio di condimento industriale.
Sì alle verdurine cotte al vapore nella lattina, io uso il mix mediterrano valfrutta: mais,  peperoni rossi, pisellini, olive nere e verdi, lo trovo comodo, non ha gusti aggiunti essendo conservato semplicemente in acqua salata.
Sì a 5 ingredienti oltre al riso ovviamente, metto minimo 5 cose diverse, tra quelle che vado ad elencarvi:
mozzarella (tipo ciliegine o anche altri formati dipende dalle marche, ci sono le chicche e le orecchiette), tonno, tocchetti di prosciutto cotto, olive (se non uso già il mix di cui sopra), wurstel, funghetti, pomodorini a ciliegia, cozze, gamberetti. Questi ultimi, mai insieme, mi rendo conto possano far storcere il naso, ma per me la migliore è proprio quella con le cozze. Avrete notato, o forse no, che manca l'uovo sodo, ci starebbe anche bene ma mio marito non mangia il bianco per cui evito.
Ricordo perfettamente la prima volta che l'ho provata: eravamo al rinfresco per la prima comunione di mia cugina Samantha, che abitava nel palazzo di fronte a noi. 4 figli tutti avuti a distanza di 4 anni uno dall'altro, di cui la penultima ha 2 anni più di me, e l'ultima, ovvio, 2 in meno. Eravamo piuttosto legati, poi si sono trasferiti in provincia di Pordenone, c'è stata anche una brutta litigata anni dopo tra le mamme  (mogli di 2 fratelli) e si sono letteralmente persi i contatti. Ho rivisto gli zii e Samantha 5 anni fa, al matrimonio di  un'altra cugina. Ebbene per la comunione allestirono una cena sul balcone. Si noti che vivevano in 6, e han sempre avuto minimo 2 cani lupo enormi, in 2 locali, ma avevano questo terrazzo che girava intorno ad un lato della casa, per cui potevi accedere dalla cucina o dalla sala e si affacciava anche la finestra del bagno. Mi sono sempre piaciute le case composte in questo modo, da matti proprio. Mi sembra figo entrare da una parte per uscire dall'altra, nascondersi cose così, perchè per certi aspetti sono rimasta ferma all'età di 8 anni. E sul tavolone sul balconcione c'era sta ciotolona con l'insalata di riso, che non avevo mai assaggiato. E alla festa un gran casino, una famiglia tanto diversa dalla mia, noi sobrissimi, alla comunione abbiamo invitato solo i nonni, stop. E pure alla cresima.
Tutti i cugini ci invitavano (siamo tanti) e mia mamma no, irremovibile, rischiando di passar per stronza, invece lei è così non ama i casini, ma è brava-brava. Per la comunione ci ha spediti  al bar a scegliere la torta gelato sul cartello dell'Algida. E niente confetti, solo le immaginette.
E a casa di questi cugini c'era sempre l'aranciata Fanta, mentre a casa nostra mia mamma faceva una tazzona di thé freddo, per dire. Il cibo è cultura molto più di quanto si pensi.
E quella sera sono uscita sul terrazzo dalla sala, ho preso un piattino di questa insalata di riso e sono rientrata dalla cucina, e ho pensato che mi stavo proprio divertendo: in quella casa c'erano sempre un sacco di cose strane!

E voi cosa mettete nell'insalata di riso?

Un beauty case da Miss

Miss, una non blogger comunque fedele, nonchè carissima amica mia, non solo mi ha fornito la traccia per il mese di giugno, ma l'intera lista. E io affido quindi a lei il compito molto volentieri. Di sicuro saprà consigliarvi molto meglio di quanto farei io, su cosa infilare in un beauty case davvero da Miss, per essere perfette in ogni occasione, come del resto è sempre lei!

  • crema idratante e rassodante collo/decollete
  • correttore per occhiaie
  • fondotinta di tonalità poco superiore alla propria pelle
  • diversi colori eyeliner, matite, mascara da abbinare al vestito
  • lo strumento infernale piega-ciglia per avere sempre ciglia da cerbiatto
  • matita contorno labbra
  • immancabile rossetto mat!!!!
  • cotton fiocc per correggere alcune sbavature
  • the last but not the list ...una goccia del profumo preferito
  • crema contorno occhi e labbra (se la miss è entrata negli "anta")
  • crema idratante viso